Cronaca locale

Nenne Sanguineti a 97 anni racconta «La mia Africa»

Una giovane impaziente. Nenne Sanguineti Poggi appartiene a quella razza ribelle di creature che, sfidando le circostanze del tempo, è andata con sofferta lungimiranza ad affermare contemporaneamente la propria personalità di artista e la propria opera. Lo si capiva già quando era una giovane irrequieta sulla Riviera ligure e durante la frequentazione della civica Scuola d’arte di Savona fino alle sue esperienze piemontesi. Gambe e talento l’avevano portata lontano, in quel corno d’Africa che seppe riprendere con il pennello inglobando anche l’altopiano etiopico. Per trent’anni eseguì decorazioni d’ambiente, murales a ceramica e a mosaico che coprivano navate di chiese, alberghi, scuole, cappelle private, palazzi di rappresentanza, compagnie aeree in quasi tutte le località d’Africa. Nel Bahrein fu invitata a decorare il Palazzetto dei Piaceri e quando lei stessa ricordava il suo lavoro appassionato di artista ma anche di benefattrice non si dimenticava mai di raccontare anche per immagini quella vita di miserie che il il popolo di quel continente era costretto a subire. Amica di Hailè Selassiè non rifiutò le committenze che il Ras Tafari, il Re dei Re , le accordò e in questo legame etiopico-libico è racchiusa anche la storia complessa dei rapporti fra l’Italia prima giolittiana, poi fascista, infine democratica e l’antica stirpe etiopica che si diceva essere discendente in linea diretta dal re Salomone. La sua opera più importante è quella raccontata per immagini sulle pareti del tabot, il sancta santorum, nella chiesa di Santa Maria nella città santa di Axum, un grande lavoro dove si narra l’incontro della regina di Saba e di suo figlio Menelik con il Re Salomone e la relativa consegna dell’Arca Santa al popolo etiope. Di questa artista è possibile ammirare sino al 23 novembre alcune opere dal titolo «La mia Africa...» alla galleria d’arte De New Arts Italica in via de Amicis 28 (a cura di Giorgio Falossi, chiusa la domenica) e qui ripercorrere i momenti indimenticabili di «Madame dei Miracoli», questo il suo soprannome africano. Dal Continente nero la Sanguineti si spostò poi in America e poi in Europa, in particolare a Parigi, Londra, Genova. Nel capoluogo ligure eseguì anche una serie di disegni per Palazzo Rosso. Nenne Sanguineti (classe 1909) definiva la propria pittura un «miracolo». Lo dimostrano le sue poesie e quell’umiltà che oggi ritroviamo in quei paesaggi dell’anima incisi per il mondo. Negli anni Quaranta si stabilì a Milano per lavorare con Grossetti nella galleria dell’Annunciata dove fu fianco a fianco con pittori “chiaristi“ come De Rocchi, Del Bon, Lilloni e Spilimbergo.

Ancora oggi a 97 anni pensa a quella stagione artistica come la più geniale e proficua.

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