Nuove frontiere

Neuralink, Musk annuncia la svolta: "Paziente muove mouse con il pensiero"

L’esperimento della startup dell’imprenditore sudafricano punta a trattare patologie come obesità, autismo, depressione e schizofrenia: il primo step ha dato risposte positive

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L’esperimento visionario di Elon Musk sta funzionando. Come reso noto dall’imprenditore sudamericano, il primo paziente umano a cui è stato impiantato un chip cerebrale di Neuralink è in grado di controllare il mouse di un computer usando il pensiero. Il fondatore della start-up ha spiegato durante un evento sulla “sua” piattaforma X che “i progressi sono buoni e il paziente sembra essersi ripreso completamente, con effetti neurali di cui siamo a conoscenza. Il paziente è in grado di muovere il mouse sullo schermo semplicemente pensando”.

Chip Neuralink

L’avvio dell’esperimento risale al 30 gennaio, quando è stato impiantato con successo il chip di Neuralink nel cervello di un volontario, per la precisione nella regione che controlla i movimenti. La start-up fondata da Musk nel 2016 a settembre aveva ricevuto il via libera dalla Food and Drug Administration per il reclutamento di volontari disposti a sottoporsi alla sperimentazione. Non mancarono le polemiche, considerando critiche e dubbi sul progetto dell’azienda di Fremont, California. Ma quello celebrato è solo un primo pezzettino delle ambizioni di mister Tesla.

L’obiettivo finale di Neuralink è “creare un’interfaccia cerebrale generalizzata per ripristinare l’autonomia di coloro che oggi hanno bisogni medici insoddisfatti e sbloccare il potenziale umano domani”. In altri termini, il traguardo messo nel mirino da Musk è quello di trattare patologie come obesità, autismo, depressione e schizofrenia o ancora la cecità. Ma non solo: secondo l’imprenditore, i chip della sua start-up consentiranno alle persone rimaste paralizzate di utilizzare smartphone e computer in totale autonomia.

Al momento i risultati di Neuralink non sono stati certificati dagli enti regolatori e non si hanno ancora informazioni sui prossimi step. Secondo quanto reso noto dalla stampa statunitense, il primo modello di chip in commercio dovrebbe chiamarsi Telepathy. Nel corso di una recente intervista, Musk ha spiegato di voler consentire “agli utenti con disabilità”, citando Stephen Hawking, di “comunicare più velocemente di un dattilografo o di un banditore”. Ricordiamo che Neuralink – start-up con 400 dipendenti – non è l’unica realtà attiva nella ricerca sull’interfaccia cervello-macchina. In particolare, sembrano promettenti i progressi fatti dall’australiana Synchron, che ha impiantato il suo primo dispositivo in un paziente statunitense nel luglio 2022.

Attesi aggiornamenti a stretto giro di posta sulla scommessa di Musk, i primi segnali sono confortanti.

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