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Carlo III apre la nuova sessione del Parlamento: è la sua prima volta da Re

Il prossimo 7 novembre Sua Maestà terrà il suo primo attesissimo discorso da Re alla cerimonia d’apertura della sessione parlamentare

Carlo III apre la nuova sessione del Parlamento: è la prima volta da Re

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Il 7 novembre 2023 sarà una data storica per il Regno Unito e per Carlo III. Per la prima volta, infatti, il sovrano inaugurerà la nuova sessione parlamentare a Westminster Hall, tenendo un discorso su cui già circolano le prime indiscrezioni.

In ricordo di Elisabetta II

Tutto è pronto per il discorso di Carlo III. Il Re farà rivivere l’atmosfera solenne e sfarzosa delle cerimonie a cui partecipava Elisabetta II, ma che negli ultimi anni del suo regno avevano subìto delle piccole modifiche dovute all’età e alla pandemia. Nel 2019, infatti, Elisabetta II, che pronunciò in tutto 67 discorsi per la State Opening of Parliament, non indossò la tradizionale Corona Imperiale di Stato (che rimase su un cuscino accanto a lei per tutta la durata dell’evento), optando per un diadema più leggero (nella storia del suo lungo regno la sovrana aveva rinunciato al pesante gioiello solo in altre due occasioni, nel 1974, anno di elezioni generali e nel 2017, quando scelse il famoso copricapo giallo e blu che ricordava fin troppo la bandiera europea).

Nel 2020 la cerimonia venne annullata a causa della pandemia, nel 2021 fu ridimensionata sempre per i rischi di contagio. Nel maggio 2022, nel ruolo di Consiglieri di Stato, l’allora principe Carlo e il principe William presenziarono all’evento a nome della regina Elisabetta, per la quale un impegno simile era ormai diventato troppo gravoso. In quell’unica occasione non fu la Regina a leggere il Queen’s Speech, bensì il suo erede.

Nel 2023, invece, sarà Carlo III, per la prima volta nel suo ruolo da Re, a guidare il tradizionale appuntamento, rispettandone minuziosamente la forma e la magnificenza, come sostiene la stampa britannica. Ciò significa che dovremmo vedere, come da prassi, la Corona Imperiale di Stato sul capo del sovrano, il quale entrerà nella Camera dei Lord passando dalla Sovereign’s Entrance, sotto la Victoria Tower. Prima del suo arrivo il Palazzo di Westminster verrà ispezionato dalle guardie della Torre di Londra, una consuetudine nata come conseguenza della Congiura delle Polveri (1605), il fallito attentato organizzato dai cattolici inglesi contro il protestante Giacomo I d’Inghilterra.

Inoltre, non appena Carlo uscirà dal Palazzo reale un membro della Camera dei Comuni verrà portato a Buckingham Palace, dove rimarrà per tutta la durata della cerimonia come una specie di “ostaggio" cerimoniale, altra tradizione che in passato aveva il preciso scopo di proteggere l’incolumità del sovrano dai parlamentari potenzialmente nemici, ostili alla sua politica. Una specie di assicurazione sulla vita, diciamo così. A catturare l’attenzione dei media, però, è il discorso che Carlo III terrà durante la cerimonia: le parole del Re si preannunciano come una sorta di dichiarazione d’intenti, un proseguimento ideale della politica del regno di Elisabetta II, ma avranno anche un peso politico rilevante, visto che la cerimonia del orossimo 7 novembre dovrebbe essere l'ultima prima delle elezioni del gennaio 2025, come sottolineato dalla Bbc.

Il discorso del Re

Re Carlo III, come ricordato dal Telegraph, arriverà a Westminster viaggiando sulla Irish State Coach, tradizionalmente usata per la cerimonia d'apertura del Parlamento. Sarà scortato dai membri dell’Household Cavalry Mounted Regiment e preceduto dalla carrozza che porterà le regalia, i simboli del potere monarchico, ovvero la Corona Imperiale di Stato, il Cap of Maintenance (copricapo in ermellino) e la Spada di Stato. Il sovrano leggerà il suo discorso di fronte a 600 ospiti. Secondo il Telegraph non mancherà un riferimento alla regina Elisabetta. Del resto l’occasione lo richiede, visto che si tratta della prima State Opening of Parliament di Carlo III.

Il 4 novembre 1952, quando Elisabetta II era appena salita al trono, nel suo primo discorso d’apertura del Parlamento non mancò di sottolineare la “devozione disinteressata ai suoi doveri” del padre, Giorgio VI. Naturalmente, visto che il discorso viene scritto dal governo, il nucleo centrale dovrebbe essere costituito dall’agenda legislativa, non tralasciando di fare il punto della situazione sulle scelte politiche fatte fino a oggi.

Sarebbe interessante se Carlo riuscisse a inserire nel suo intervento un passaggio dedicato ai cambiamenti climatici e alle decisioni del governo in tal senso, dando anche indicazioni e consigli sul tipo di regno a cui vorrebbe dar forma negli anni che gli saranno concessi sul trono.

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