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Da Jackie a Marilyn: tutti gli amori (e le ossessioni) di John F. Kennedy

John Fitzgerald Kennedy visse intensamente la sua vita, costruendo il suo mito su due grandi sogni intrecciati tra loro: la politica e l’amore

Da Jackie a Marilyn: tutti gli amori (e le ossessioni) di John F. Kennedy
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“Non penso che ci siano uomini fedeli alle loro mogli”, avrebbe detto Jacqueline Kennedy. Parlava per esperienza personale. La sua esistenza accanto al presidente John Fitzgerald Kennedy, i cui amori extraconiugali sono divenuti leggendari, non fu poi così facile. Dietro il sogno patinato della coppia perfetta, dietro il mito della “Camelot” kennediana (la cui realtà oggi viene messa in discussione) c’era un uomo con molte qualità e altrettante debolezze. Una di queste ultime erano le donne.

Jacqueline Bouvier, la moglie impeccabile

Il primo incontro tra John Fitzgerald Kennedy e Jacqueline Bouvier sarebbe avvenuto nel 1948, su un treno che viaggiava da Washington D.C. a New York. Lui aveva 31 anni, era già un membro del Congresso, lei aveva 19 anni ed era impegnata negli studi che presto l’avrebbero resa una spigliata, brillante giornalista e fotografa del Washington Times-Herald. In quell’occasione, però, non scoccò alcuna scintilla. I due chiacchierarono in modo tranquillo, senza provare alcun interesse l’una verso l’altro. Si videro di nuovo nell’estate del 1951, a una cena a casa del giornalista (futuro Premio Pulitzer) e amico comune Charles Bartlett. Quella sera qualcosa iniziò a cambiare tra loro, ma secondo gli amici la scintilla sarebbe scoccata davvero a una seconda cena a casa di Bartlett, avvenuta l’8 maggio 1952.

La coppia divenne inseparabile e si fidanzò ufficialmente nell’estate del 1953. John e Jackie erano perfetti insieme, perché l’attrazione che provavano l’uno per l’altra non era solo fisica, ma anche intellettuale, visto che entrambi erano colti e molto curiosi nei confronti del mondo che li circondava. Il matrimonio, un imperdibile evento sociale da più di ottocento invitati, venne celebrato nella chiesa di St.Mary di Newport, a Rhode Island, il 12 settembre 1953. La sposa indossava un abito in avorio di Anne Lowe che sarebbe diventato iconico, ma anche il simbolo della rinuncia di Jackie alla promettente carriera di giornalista per diventare la moglie del futuro presidente degli Stati Uniti.

Per la coppia i problemi iniziarono poco dopo le nozze: Jacqueline aveva problemi di fertilità: dopo un aborto spontaneo e una figlia nata morta nel 1956, di nome Arabella, la futura First Lady mise al mondo, nel 1957, Caroline. Quasi in contemporanea con l’elezione di John a presidente degli Stati Uniti, nel 1960, Jackie annunciò la sua seconda gravidanza, da cui nacque, nello stesso anno, John F. Kennedy junior seguito, nel 1963, da Patrick, morto a soli due giorni di vita a causa di una grave malformazione ai polmoni.

Jackie seppe reagire ai lutti, rivoluzionando e modernizzando il ruolo della First Lady, incurante delle critiche per le sue scelte di stile troppo orientate, secondo alcuni, verso la moda francese. Gran parte di ciò che gli americani e l’opinione pubblica internazionale pensano, oggi, del ruolo della moglie del presidente degli Stati Uniti, il modo in cui ritengono che tale ruolo vada svolto, dipende proprio dall’interpretazione che ne fece Jacqueline prima che il sogno venisse bruscamente interrotto quel 22 novembre 1963 a Dallas.

La diva eterna: Marilyn

“La vita è troppo breve per preoccuparsi di Marilyn Monroe”, sembra abbia detto Jackie Kennedy, reagendo con la sua usuale eleganza alle voci secondo cui John e la celebre attrice avevano una relazione. In realtà, nonostante le tante indiscrezioni, di quel presunto legame tra il presidente e Marilyn conosciamo ben poco. Le voci che resistono ancora oggi dicono che la Monroe avrebbe avuto una storia d’amore sia con John sia con suo fratello Bob Kennedy. Tuttavia non sappiamo nemmeno quando sarebbe avvenuto il primo incontro tra la diva e il presidente.

Le fonti non concordano: forse quando Marilyn era ancora sposata con Arthur Miller, ma le cose tra i due iniziavano ad andare male, pare anche a causa di un aborto. Oppure durante una festa nel 1954. La casa di Bing Crosby a Palm Beach sarebbe stata la “testimone silenziosa” di questa passione, ma alla fine John si sarebbe stancato di Marilyn e l’avrebbe abbandonata. Secondo altre versioni, un po’ fantasiose e comunque mai provate, la morte dell’attrice, avvenuta il 5 agosto 1962, non sarebbe stata accidentale e tanto-meno un suicidio, bensì l’epilogo di un complotto in cui sarebbero stati coinvolti proprio John e Robert Kennedy.

Per la verità di questo presunto rapporto tra Marilyn e i Kennedy noi abbiamo solo una famosa foto, legata a un momento indimenticabile e rimasto nella Storia: il 19 maggio 1962, dieci giorni prima del 45esimo compleanno di J.F.K., il fotografo ufficiale della Casa Bianca, Cecil Stoughton, scattò una fotografia in cui si vedono Marilyn Monroe, Robert Kennedy e il presidente intenti a chiacchierare nella casa del produttore Arthur Krim a Manhattan. La diva indossa il meraviglioso “naked dress” da 1440 dollari, l’abito impreziosito con 6mila cristalli che pare le sia stato cucito addosso, firmato Jean Louis e disegnato dall’assistente Bob Mackie. Quella sera, prima dello scatto, l’attrice, Bob e John si erano recati alla raccolta fondi organizzata al Madison Square Garden. In quell’occasione Marilyn aveva intonato il celebre, sensuale “Happy Birthday Mr. President”.

La studentessa e il senatore

Nell’agosto 2021, sul sito Air Mail News, comparve la confessione di un’altra presunta amante di J.F.K., Diana De Vegh, ex psicoterapeuta che avrebbe incontrato Kennedy nel 1958 a una cena organizzata dal partito democratico a Boston. All’epoca Diana aveva 20 anni ed era una studentessa alla Radcliffe University, mentre John un ambizioso senatore di 41 anni. Dopo un corteggiamento piuttosto serrato ci sarebbe stato un secondo incontro, stavolta intimo, nell’appartamento di Kennedy a Boston.

Diana ha ricordato così quei momenti: “Il primo istinto è stato quello di scappare…è sempre un abuso quando un uomo più anziano seduce una donna più giovane?...Avrebbe potuto e dovuto notare che aveva il doppio dei miei anni e che c’era una differenza di potere?”. Per il presidente la De Vegh si sarebbe trasferita a Washington, trovando lavoro come assistente di ricerca al Consiglio di Sicurezza nazionale. La storia, molto controversa, sarebbe finita presto e nel peggiore dei modi per Diana: “Quando John Kennedy ha perso interesse per me, ho perso interesse per me stessa”. Solo molti anni dopo, grazie al movimento “MeToo”, la donna avrebbe compreso che quel presunto rapporto con Kennedy sarebbe stato “tossico” e che “non aveva nulla di romantico”.

L’amante di John addetta stampa di Jacqueline

Anche la storia di Pamela Turner non è mai stata confermata, ma sembrerebbe piuttosto plausibile. Di certo è un’altra vicenda enigmatica. A 21 anni la donna fu assunta come segretaria dell’ufficio del senatore John Kennedy. Una notte, alla fine degli anni Cinquanta, un uomo si sarebbe intrufolato nella casa in cui Pamela viveva da sola. La padrona dell’appartamento, Florence Mary Kater, credette di riconoscere in quella figura furtiva addirittura il senatore J.F.K, stella in ascesa della politica americana con una bellissima moglie incinta. Lo avrebbe fotografato, decisa a inviare le immagini ai giornali e far scoppiare uno scandalo. Le redazioni non avrebbero preso neppure in considerazione quel piccolo scoop, tranne il Washington Star, che pubblicò un breve articolo.

Dopo le elezioni presidenziali Kennedy, forse per cercare di salvare le apparenze, assunse Pamela come prima addetta stampa di Jacqueline. Era la prima volta che una First Lady poteva contare su una figura professionale che facesse da tramite tra lei e i media. Le domande vengono spontanee: Jackie era consapevole della relazione tra il marito e la Turner? Era gelosa di lei? Nessuno lo sa.

La storia è avvolta da un velo spesso di discrezione e riservatezza. Secondo l’ipotesi più credibile, quando Pamela arrivò alla Casa Bianca, il suo presunto rapporto con John sarebbe stato già un ricordo. L’impressione è che se anche la First Lady fosse stata a conoscenza della liaison tra la sua assistente e il marito, non si sarebbe data pena più di tanto. La Turner sarebbe stata solo una delle tante amanti di John. Una lista così lunga che perfino pensare di detestare tutte quelle donne sarebbe stato inutile.

Secondo altre indiscrezioni dietro l’apparente indifferenza di Jacqueline ci sarebbe un altro motivo: il milione di dollari ricevuto dal suocero in cambio del suo silenzio e della promessa che non avrebbe mai chiesto il divorzio, gesto che avrebbe distrutto la reputazione del presidente. In ogni caso Pamela svolse il suo lavoro con una tale dedizione e un tale impegno da guadagnarsi il rispetto di Jackie, che la volle come sua assistente personale dopo il matrimonio con l’armatore greco Aristotele Onassis, avvenuto nel 1968.

Pamela Turner era accanto alla First Lady Jacqueline quando, due ore e otto minuti dopo la morte di J.F.K. Lyndon Johnson prestò giuramento come presidente a bordo dell’Air Force One, all’aeroporto di Love Field. Era presente anche al Cimitero Nazionale di Arlington il 23 maggio 1994, per dare l’ultimo saluto all’indimenticabile Jacqueline Bouvier Kennedy Onassis.

L’ossessione di John

Per il presidente John F. Kennedy le donne sarebbero state una vera e propria ossessione, sebbene il giornalista dell’Independent Nick Bryant, nel 1996, abbia voluto separare in modo netto la vita privata dell'uomo da quella pubblica di Capo di Stato, sottolineando: “Essere un marito pessimo non faceva di lui l’essere un presidente pessimo”. Ci sarebbero stati flirt, anche molto brevi (parliamo addirittura di una manciata di minuti), con donne famosissime come Marlene Dietrich (la quale, secondo i pettegolezzi, sarebbe stata anche amante di Joseph Kennedy, padre di John), splendida 60enne all’epoca dei presunti fatti. Il gossip ha raccontato anche di altre liaison: una, durata 18 mesi, con la 19enne stagista Mimi Alford (che ricorda molto un altro gigantesco scandalo, quello Clinton-Lewinsky), una seconda con l’amante del boss Sam Giancana, Judith Campbell Exner, una terza con la prostituta tedesca Ellen Rometsch, che si sarebbe consumata tra le mura della Casa Bianca.

Ma questi sarebbero solo i nomi più conosciuti. Sembra che la vita intima di John F. Kennedy fosse una continua trasgressione e che per lui le donne fossero nient’altro che oggetti, passatempi di cui si sarebbe stancato presto. Citata dal Daily Mail, la sorella di Jacqueline, Lee Radziwill, raccontò le sue impressioni sul cognato, ricordando frasi che lasciano perplessi. Si riferiva a lui chiamandolo “Jack”, un nomignolo affettuoso usato dalla famiglia Kennedy e dagli amici: “Jack era pieno di donne e io sapevo esattamente cosa stava facendo. Quando gliene parlavo, lui non aveva alcun senso di colpa.

Diceva: ‘Io amo [Jackie] profondamente…non mi pare di comportarmi male con lei, l’ho sempre messa al primo posto’”.

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