Politica estera

Ora Macron spera in Xi: "Riporta la Russia alla ragionevolezza"

Il presidente francese sbarca a Pechino e viene ricevuto con tutti gli onori dal leader cinese. Sul tavolo dei colloqui gli interessi transalpini in Cina, ma anche la guerra in Ucraina

Ora Macron spera in Xi: "Riporta la Russia alla ragionevolezza"
Tabella dei contenuti

Il presidente francese Emmanuel Macron è ricevuto a Pechino dal leader cinese Xi Jinping con tutti gli onori. Tappeto rosso, cerimonia in piazza Tiananmen e infine colloquio nella Grande Sala del Popolo, per il capo dell'Eliseo si tratta del giorno più importante del suo tour cinese. Una missione che ha come scopo quello di provare a rinsaldare i legame tra Francia e Cina (e tra Unione europea e Cina) dopo alcune fasi di distacco e di ribadire, al netto delle divergenze, l'importanza del dialogo per quanto riguarda il commercio e la guerra in Ucraina.

La guerra in Ucraina e le speranze di Macron

Macron non nasconde il fatto di considerare Xi come un attore fondamentale per cercare di risolvere la guerra. La cautela in questi casi è d'obbligo, e il piano di 12 punti proposti da Pechino non è considerato realmente una base per un accordo di pace. Anche le parole che arrivano da Vladimir Putin non inducono all'ottimismo, così come il forte scetticismo (se non rifiuto) da parte americana. Tuttavia, il presidente francese confida che il suo interlocutore cinese possa "riportare la Russia alla ragionevolezza e tutti quanti al tavolo dei negoziati".

Le parole di Macron seguono quanto comunicato (anche in lingua cinese) sui propri canali social. Il capo dell'Eliseo, prima dell'incontro con Xi, ha pubblicato un messaggio su Twitter in cui è scritto: "Credo fermamente che la Cina possa svolgere un ruolo vitale nella costruzione della pace. Questo è ciò di cui parlerò e che porterò avanti". Temi trattati anche con il premier cinese, Li Qiang, e con il presidente dell'Assemblea nazionale del popolo, Zhao Leji, con i quali ha discusso non solo "l'impatto della guerra in Ucraina sulla sicurezza e sugli equilibri strategici globali", ma anche degli interessi francesi nel Paese asiatico. Dall'industria aeronautica all'alimentare, la Francia non ha mai nascosto di volere consolidare i rapporti commerciali con la Cina. E già gli scorsi anni, quando Xi sponsorizzava la sua nuova via della Seta, Macron, pur rifiutando di aderire al progetto di Pechino (a differenza del memorandum firmato dal governo Conte), aveva siglato importanti accordi economici e commerciali.

Xi punta sulla partnership con Macron

Xi, dal canto suo, è consapevole dell'importanza di questa partnership con la Francia anche come chiave per avere un alleato di peso in ambito europeo. Il presidente cinese, ricevendo l'omologo transalpino, ha voluto sottolineare questo aspetto ricordando che "Cina e Francia, quali membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e grandi Paesi indipendenti, nonché strenui promotori della multipolarizzazione e della democratizzazione delle relazioni internazionali, hanno la capacità e la responsabilità di superare le differenze". Il leader cinese ha poi continuato descrivendo il rapporto tra Parigi e Pechino come "stabile, reciproco, pionieristico e progressista".

La boccata d'ossigeno per il presidente francese

Parole al miele che servono anche a solleticare l'ambizione mai sopita di Macron di elevarsi a leader diplomatico dell'Unione ma anche alla disperata ricerca di una boccata d'ossigeno internazionale a seguito delle gravi proteste sul territorio nazionale. La politica estera rimane il palcoscenico preferito del presidente francese, che sa che a Pechino può ottenere dei vantaggi anche sull'altro dossier nascosto in questa visita asiatica: l'Africa. I due governi non l'hanno mai citata, ma è noto che la ritirata francese dal Sahel sia anche frutto della penetrazione congiunta degli interessi cinesi e dei mercenari russi.

L'Ue cerca un ponte con Mosca

Ora, in attesa del vertice anche Ursula von der Leyen, Macron ripropone un'apertura di credito verso la Cina da non sottovalutare, frutto anche dell'impossibilità europea di ergersi a mediatore del conflitto. Impegnata con tutte le sue forze nel sostegno militare e finanziario all'Ucraina e partecipe delle sanzioni per colpire la Russia dopo l'invasione, l'Ue - e con essa i Paesi di maggior peso - non è considerata un interlocutore dal Cremlino. La frattura con la Federazione russa è ormai evidente, e anche Mosca cerca di guardare altrove per trovare altri partner sempre più vitali.

La Cina, che con la sua "alleanza senza limiti" ha ancora di più stretto i suoi legami con la Russia dopo la guerra e le sanzioni euro-americane, ha un peso specifico sempre più rilevante nelle scelte di Mosca, diventando di fatto un canale di dialogo tra l'Europa e Mosca.

Commenti