Politica estera

Rissa nel Gop al terzo dibattito tra candidati: così Trump si allontana nei sondaggi

Si è svolto nella notte il terzo dibattito televisivo dei candidati repubblicani alla nomination. Ancora assente Trump, gli sfidanti non si risparmiano colpi per guadagnarsi una seconda posizione nel partito

Rissa nel Gop al terzo dibattito tra candidati: così Trump si allontana nei sondaggi

Una lotta per la seconda posizione nel partito. Questa è l'impressione lasciata dal terzo dibattito televisivo dei candidati repubblicani alla nomination che, a poco più di due mesi dai caucus in Iowa, hanno cercato di convincere un elettorato trumpizzato a guardare al futuro e a scegliere un candidato rappresentativo del cambiamento invece che puntare nuovamente sul tycoon.

“Un dibattito inguardabile”. Il giudizio più severo sullo scontro svoltosi in Florida è arrivato proprio da Donald Trump, che ancora una volta ha snobbato l’evento forte dei numeri che al momento lo incoronano come favorito tra gli sfidanti repubblicani. E non solo. Poche ore prima che si accendessero i riflettori sul palco dell’Adrienne Arsht Center a Miami la Cnn ha pubblicato un sondaggio che assegna al miliardario un vantaggio di quattro punti percentuali, 49 a 45, in un’ipotetica ma al momento sempre più probabile competizione diretta con Joe Biden.

L’ex presidente non è stato l’unico assente sul palco sul quale si sono affrontati Nikki Haley, l’ex governatrice della South Carolina, Ron DeSantis, il governatore della Florida, Vivek Ramaswamy, l’imprenditore millennial, Chris Christie, l’ex governatore del New Jersey, e Tim Scott, senatore della South Carolina. Mike Pence, il vicepresidente ha annunciato pochi giorni fa il ritiro dalla corsa mentre Doug Burgum, il governatore del North Dakota, e Asa Hutchinson, ex governatore dell’Arkansas, sono stati esclusi per non aver ottenuto il livello di finanziatori e consensi previsti dal regolamento dell'incontro.

Il flop al Super Tuesday

Oltre a Trump, l’altro vero elefante nella stanza in un dibattito incentrato quasi unicamente sulla politica estera è stato il mini Super Tuesday che ha travolto il partito repubblicano. In Ohio gli elettori hanno votato con un ampio margine a favore dell’inserimento in costituzione del diritto all’aborto, un tema che dopo la decisione della Corte suprema di ribaltare la sentenza Roe v. Wade del 1973 è tornato di prepotenza al centro della discussione politica nazionale ma che a Miami ha fatto capolino solo a venti minuti dalla fine dello scontro televisivo. Inoltre, il 7 novembre in Kentucky è stato poi riconfermato il governatore democratico, Andy Beshear, e in Virginia i democratici hanno ottenuto una maggioranza alla Camera e al Senato dello Stato affondando ogni velleità presidenziale del governatore Glenn Youngkin.

Politica estera al centro del dibattito

Ucraina, Israele e Cina i grandi temi del dibattito svoltosi nel corso della notte italiana. Il focus sulla politica estera, un argomento che secondo i sondaggi non interessa agli americani quanto l’andamento dell’economia, ha offerto la possibilità ad Haley, ex ambasciatrice all’Onu nell’amministrazione Trump, di mostrare i suoi punti di forza rispetto agli altri due protagonisti della serata, DeSantis e Ramaswamy.

L’unica donna candidata alla nomination ha esposto la sua visione da falco interventista esprimendo il suo sostegno a spada tratta in difesa di Kiev e Tel Aviv e annunciando di essere favorevole ad un attacco militare contro l’Iran. Nessun dubbio per Haley e DeSantis sulla guerra di Benjamin Netanyahu al movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza. Entrambi hanno dichiarato che direbbero al premier israeliano di “finire Hamas”. Il governatore della Florida ha poi ribadito la sua contrarietà a fornire aiuti al Paese dell’Europa dell’est.

Schermaglie tra Haley e Ramaswamy

Gli attacchi più duri si sono registrati tra la Haley e Ramaswamy, i due candidati di origine indiana. L’imprenditore del biotech ha definito il presidente Volodymyr Zelensky un “nazi” e dichiarato che lo Stato ucraino “non è un esempio di democrazia” attirandosi il duro commento dell’ex governatrice: ”Putin e Xi stanno sbavando al pensiero che qualcuno come te possa diventare un presidente”. “Volete un leader di una nuova generazione che metta il Paese davanti a tutto o volete un Dick Cheney sui tacchi? In questo caso ne abbiamo due sul palco” ha detto Ramaswamy prendendosi gioco anche di DeSantis, accusato di usare tacchi rialzati. L’imprenditore millenial si attira però la reazione più infuocata della Haley quando la accusa di ipocrisia per aver criticato la sua presenza su TikTok, considerato uno strumento di spionaggio cinese, quando sua figlia sarebbe molto attiva su quella piattaforma social: “lascia mia figlia fuori dalla tua bocca. Sei solo feccia”.

La Cina è invece il dossier sul quale si sono scontrati l'ex ambasciatrice e DeSantis. Quest'ultimo ha accusato Haley di "aver scritto una lettera d'amore all'ambasciatore cinese" al tempo del suo mandato da governatrice per attirare i finanziamenti di Pechino nella South Carolina concedendo al regime di Xi Jinping "il benvenuto e un terreno vicino ad una base militare americana". Pronta la risposta della sfidante: "Ron, tu sei a capo di un'agenzia per lo sviluppo economico che sino alla scorsa settimana diceva che la Florida è il posto ideale per le aziende cinesi".

Il sondaggio a caldo effettuato online da Drudgereport con numeri ancora provvisori assegna anche questa volta ad Haley la vittoria del dibattito con il 42% delle preferenze contro il 26% di Ramaswamy e il 15% di DeSantis.

Sembra pertanto confermarsi la tendenza ad una crescita dei consensi per l'ex ambasciatrice e al declino del governatore della Florida, ritenuto il candidato favorito sino a pochi mesi fa.

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