Politica internazionale

"Sul clima niente approcci radicali". Meloni al G20 spinge per uno sforzo globale

Nei prossimi 5 anni l'Italia destinerà 3 miliardi all'Africa. Ma la Meloni avverte: "La risposta riguardi tutti, altrimenti pensare che possa dare risultati è pura utopia"

"Sul clima no ad approcci radicali". Meloni al G20 spinge per uno sforzo globale

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"Sul clima no ad approcci radicali". Meloni al G20 spinge per uno sforzo globale

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Per risolvere la crisi climatica è necessaria una vera cooperazione globale, senza approcci radicali o asimmetrici. L’avvertimento del premier Giorgia Meloni arriva dalla prima conferenza del G20 in India, intitolata One Earth: "Siamo tutti coinvolti nei processi di transizione ecologica ed energetica. Comportamenti troppo diversi, specialmente tra gli Stati più industrializzati, finirebbero per non garantire soluzioni efficaci ai nostri problemi, e allo stesso tempo potrebbero provocare pericolosi squilibri nel rapporto tra le nazioni e all'interno delle nazioni stesse".

Al summit di Nuova Dehli, il presidente del Consiglio ricorda come il nesso clima-energia sia sempre più importante, soprattutto in un momento in cui "il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all'Ucraina e dall'uso delle forniture energetiche come un'arma di ricatto da parte di Mosca". Il premier sottolinea anche il fatto che una risposta efficace al cambiamento climatico rimane un’utopia, fintanto che questa non riguarda tutti: "Al di là degli impegni sul contenimento del riscaldamento in corso, dobbiamo considerare prioritaria l'adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle sue conseguenze, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale".

L’Italia è pronta a fare la propria parte in questo processo e guarda all’Africa come terra di opportunità. "È un Continente estremamente ricco di risorse, ma risulta povero perché, nel corso della storia, gli interventi delle nazioni straniere nel continente non sono sempre rispettosi dei bisogni delle realtà locali. Vogliamo cambiare approccio", continua il presidente Meloni, dando il benvenuto tra i membri permanenti del G20 all’Unione africana. "L’Italia stata una forte sostenitrice del suo processo di adesione ed è fermamente convinta che la sua inclusione in questo gruppo sia strategica per rafforzare la nostra capacità di affrontare le sfide globali, a partire proprio da quelle ambientali ed energetiche".

Il presidente del Consiglio rilancia anche il piano Mattei, affermando che l’Italia vuole porsi come ponte tra Europa e Africa, "per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi, rifiutando un approccio assertivo o paternalistico, per sostenere la sicurezza energetica delle nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde". Un comportamento, questo, in netto contrasto con quello adottato in passato dalle nazioni straniere che, secondo il premier, non sono state sempre rispettose dei bisogni delle realtà locali.

Per conseguire questi obiettivi, il presidente Meloni fa sapere che l’Italia destinerà all’Africa oltre il 70% del suo Fondo italiano per il clima. Questo significa tre miliardi di euro nei prossimi cinque anni, equamente destinati a iniziative di mitigazione e adattamento. Il premier sottolinea che l’impegno rientra nel "Processo di Roma", avviato con la Conferenza su migrazione e sviluppo del luglio 2023.

"Vogliamo costruire un nuovo modello di relazioni internazionali su base paritaria, per creare sviluppo, ma anche favorire percorsi di migrazione legale e combattere le potenti reti criminali di trafficanti dell'immigrazione illegale, che sfruttano la disperazione per arricchirsi", conclude il presidente del Consiglio.

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