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Accordo a sorpresa sui posti. Salvini si riavvicina a Di Maio

In Commissione speciale eletto il leghista Molteni al posto di Giorgetti. Forza Italia e Fdi temono un nuovo asse

Accordo a sorpresa sui posti. Salvini si riavvicina a Di Maio

Nella guerra di nervi incrociata per la definizione delle alleanze in vista della formazione del governo, Lega e Movimento Cinquestelle fanno una mossa comune sulla scacchiera delle possibili intese.

Un'accelerazione «parlamentare» che rafforza l'asse tra i due partiti, suscita irritazione tra gli alleati di centrodestra e fa scattare dentro Forza Italia e Fratelli d'Italia il sospetto di sviluppi «solitari» da parte del Carroccio, con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni in silenzio ma tutt'altro che soddisfatti del mini-strappo.

Una geometria variabile che, comunque, non lascia ancora intravedere la quadratura del cerchio e rimanda alla giornata di oggi quando sono attesi sviluppi e, forse, chiarimenti. Soprattutto quando i tre leader saliranno al Quirinale, in una formazione ampia, insieme ai sei capigruppo. In questa situazione è chiaro che la rituale dichiarazione che verrà resa alla fine del faccia a faccia con Sergio Mattarella finirà sotto il microscopio e servirà da termometro per misurare il grado di coesione del centrodestra.

Il casus belli di giornata è la nomina di Nicola Molteni a presidente della Commissione speciale della Camera. Nel vertice di domenica ad Arcore era stato stabilito di convergere su Giancarlo Giorgetti. Poi il cambio di cavallo in corsa da parte di Matteo Salvini e una comunicazione della scelta che non passa attraverso il «timbro» della coalizione di centrodestra, bensì attraverso una telefonata (qualcuno parla anche di un incontro, ma la voce non è confermata) e un comunicato congiunto dei leader della Lega e dei Cinquestelle. «Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono sentiti al telefono e con spirito di collaborazione per rendere operativo il parlamento al più presto, hanno concordato di votare domani (oggi per chi legge, ndr) alla presidenza della commissione speciale della Camera il deputato della Lega Nicola Molteni».

Una nota stampa dove per la prima volta vengono affiancati esplicitamente i nomi dei due leader, quasi a voler sottolineare l'intesa personale tra Salvini e Di Maio. In sostanza una decisione che certifica la ripresa della collaborazione Cinquestelle-Lega alla vigilia del secondo round di consultazioni al Quirinale e la creazione di una sorta di canale parallelo e preferenziale, finora solo parlamentare.

La scelta di non coinvolgere Giancarlo Giorgetti, secondo alcune letture, potrebbe essere collegata alla ricerca di un terzo nome di area centrodestra da spendere in prospettiva per la presidenza del Consiglio. Di certo Salvini - che l'agenzia Bloomberg ieri già «vedeva» come premier incaricato - fa mostra di voler accelerare. E per la prima volta lascia balenare la possibilità di accettare un pre-incarico anche in assenza di numeri certi. Se il metodo è sicuramente «muscolare», le sue dichiarazioni ufficiali testimoniano la volontà di restare ancorato al centrodestra, dichiarazioni dal tono perentorio.

«Il centrodestra deve dialogare con i secondi arrivati, se i secondi arrivati ci stanno a ragionare ed essere responsabili, evviva, si parte» dice il leader leghista a Terni. «Altrimenti le vie sono due, escludendo un accordo contro natura M5s-Pd: o le elezioni, dove sentendo l'aria che tira vinciamo da soli e non abbiamo problemi di veti e capricci a cui sottostare. Oppure, extrema ratio, ci facciamo carico di tutto noi».

«Noi andremo da Mattarella a dire una cosa chiara: il centrodestra è la forza che ha preso più voti dagli italiani. Speriamo che anche altri abbiano voglia di ragionare, di costruire, di dialogare. Spero che anche quelli del M5s dimostrino di avere voglia di governare veramente. Se continuano con i veti e i capricci, vuol dire che non hanno voglia di governare. Siamo in grado di farlo anche da soli, se è il caso». E poi ancora su Facebook: «Oggi ho chiamato Di Maio per cercare di accelerare i tempi dell'operatività di Camera e Senato. Dialogherò con tutti ma Di Maio deve scendere dal piedistallo, deve smettere di dire io, io, io... Lui dice io, noi diciamo noi e voi».

In ogni caso «chi vota in Molise come in Friuli, sappia che votando Lega può darci una mano ad accelerare la nascita del governo. Se la Lega e il centrodestra vinceranno vedete che il governo arriva in fretta e qualcuno abbassa la cresta». Di certo in questa guerra di nervi Alessandro Di Battista che lancia un attacco virulento degno dei tempi dell'antiberlusconismo d'antan non contribuisce al dialogo. Rendendo più complicato l'accordo con il centrodestra unito.

Ma a questo punto sarà Salvini a dover fare chiarezza.

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