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Anche Moavero in campo ​per bocciare i minibot

Il ministro degli Affari esteri: "Sui titoli di Stato mi rimetto a Draghi e Tria". Poi aggiunge: "Italia eviti procedura d'infrazione"

Anche Moavero in campo ​per bocciare i minibot

Il tema dei minibot è piuttosto caldo. Ora le due anime del governo litigano proprio su questo. Non che gli altri temi quali Tav e porti chiusi siano stati superati, ma ora si concentrato particolarmente sui titoli di Stato di piccolo taglio che potrebbero essere usati per pagare alle imprese i debiti della pubblica amministrazione.

Perché se da una parte la Lega ne fa un suo cavallo di battaglia, dall'altra i Cinque Stelle sono un po' più titubanti ed evitano di parlarne. Dal Giappone, infatti, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha esposto tutti i suoi dubbi: "Questa è una cosa che sta nel loro programma: il ministero dell'Economia ha girato un parere negativo. Penso che in un'interpretazione, quella del debito, non servono. Nell'altra (cioè che siano una valuta alternativa, ndr), ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti".

E ora a parlarne è anche il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi. Nel corso del programma Mezz'ora in più in onda su Rai Tre, il ministro ha spiegato che "sui minibot mi rimetto alle valutazioni tecniche che vengono fatte: ha parlato il presidente della Bce Mario Draghi e ha parlato il ministro dell'Economia. Mi allineo, prendo atto delle valutazioni che fanno. A titolo personale nella mia infanzia mi ero già appassionato ai mini-assegni e ancora devo rimettermi. Faccio ben volentieri il mestiere attuale (replica rispondendo a una domanda sulla sua eventuale corsa per un posto di commissario nella nuova Commissione europea, ndr)".

Nel lungo intervento, poi, Moavero ha anche ribadito come sia "importante per l'Italia non andare in questa procedura, perché non c'è soltanto il confronto con la la Commissione nel 'caricaturale ruolo di gendarme', ma c'è il confronto con gli investitori in giro per il mondo, con il mercato. Se si creasse una soluzione in cui non dovesse esserci più fiducia, ingiusta per un'economia come la nostra, potrebbe portare a una spirale negativa che dobbiamo assolutamente evitare".

Nel caso ci fosse una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, ha proseguito Moavero, "non sarebbe una sciagura immediata, ma ci imporrebbe di adottare una serie misure che servirebbero a uscire dalla situazione come hanno fatto altri paesi". Nel corso dell'intervista, Moavero ha precisato che la Commissione europea "ha ritenuto giustificata l'apertura di una procedura d'infrazione" contro l'Italia, e che se verranno rispettati i tempi auspicati dal commissario Pierre Moscovici, l'esito dell'indicazione dovrebbe conoscersi nel mese di luglio, seguendo un percorso rapido".

E per finire Moavero ha ricordato che "molti Stati europei da quando esiste l'euro sono stati in procedura di infrazione, anche Germania e Francia all'inizio del funzionamento del sistema, e noi, la Francia e la Spagna di recente.

La maggior parte di queste procedure riguardava il deficit".

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