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"Bisogna avere un'ischemia per far muovere il governo"

La rabbia della famiglia di Latorre, che ha recuperato all'80 per cento Renzi telefona al premier indiano. E rispunta l'arbitrato internazionale

"Bisogna avere un'ischemia per far muovere il governo"

«Dobbiamo farci venire tutti un'ischemia perché il governo si dia veramente una mossa sui marò?» chiedeva sconsolato un congiunto di Latorre. Il marò trattenuto in India dal febbraio 2012 è ancora ricoverato a New Delhi dopo esseri accasciato al suolo domenica scorsa.

«Ha recuperato al 70-80%» e «dovrà stare in ospedale altri 4 o 5e giorni per accertare la causa del malore» spiega all'Ansa il neurologo dell'equipe che lo sta curando. «Ha subito un'occlusione venosa nella parte destra del cervello» continua il medico. Secondo il neurologo, se il trattamento non fosse stato somministrato «entro le prime 3 ore dal malore», le conseguenze «sarebbero state molto gravi». Ieri Latorre, su una sedia a rotelle, è stato portato da un'infermiera ad effettuare la risonanza magnetica. Il volto era disteso e indossava un completo di pantaloni e casacca color albicocca. «Finora tutti i test di base, sangue, risonanza e angiografia, hanno mostrato parametri normali - aggiunge il neurologo - Nei prossimi giorni faremo altri esami per risalire alle cause dell'occlusione che di solito colpisce uomini molto più anziani di lui». Il militare è ospitato in una luminosa camera dalle pareti rosa e i mobili di legno chiaro al quarto piano del complesso ospedaliero situato nel quartiere di Rajinder Nagar.

L'ischemia che l'ha colpito sembra aver miracolosamente dato una scossa al governo. Adesso si torna a parlare dell'arbitrato internazionale, che era riposto in un cassetto. Il caso marò è sempre stato uno sconcertante gioco dell'oca, che il governo Renzi si era impegnato a stoppare. Fin dall'insediamento sembrava mostrare i muscoletti imboccando la strada dell'internazionalizzazione, che in realtà non è mai stata avviata. La rivista on line «Analisi Difesa» rivelava nella calura di agosto come il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, aveva ammesso in Commissione parlamentare che la procedura di arbitrato internazionale non era stata ancora formalizzata.

Poi Renzi ha telefonato al nuovo premier indiano, l'ultra nazionalista Narendra Modi, tornando ad auspicare una soluzione rapida del caso marò, come da due anni e mezzo a questa parte. Il gioco dell'oca ricominciava tornando a sperare nella giustizia indiana. I costosi consulenti britannici assoldati per l'arbitrato preparavano i piani di battaglia, ma fondamentalmente si attendeva la prossima udienza del biblico processo, mai iniziato nel merito, fissata il 14 ottobre.

L'ischemia del povero Latorre ha scompaginato di nuovo le carte. Roberta Pinotti, ministro della Difesa, ieri è rientrata da Delhi facendo rapporto a Palazzo Chigi. Con la mossa in avanti del gioco dell'oca si sta tornando sulla strada dell'arbitrato, anche se sul piano del diritto internazionale la malattia di Latorre non servirà a nulla.

Ieri il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha ribadito a Bruxelles che «la salute di Massimiliano non soltanto ci ha molto preoccupati, ma cambia la situazione che li riguarda. Stiamo usando queste ore per preparare l'internazionalizzazione della vicenda, che è pronta, ma anche per riaprire canali di dialogo con il nuovo governo indiano». Sembra la politica dei due forni e per di più Mogherini non ha sollevato il caso davanti ai parlamentari europei della Commissione Esteri, che hanno ascoltato il suo intervento. Giustamente il leghista Mario Borghezio ha protestato: «Lei non ha detto una sola parola sui marò. Bella presidenza italiana, complimenti!» Il ministro degli Esteri ha replicato sostenendo che ne parlerà con i parlamentari italiani. «Era qui che doveva parlarne di fronte all'Europa, che non ha fatto niente per i nostri marò» ha replicato Borghezio. Se la Mogherini non solleva il caso da ministro degli Esteri italiano come si comporterà fra due mesi quando assumerà la carica di Alto rappresentante della politica internazionale dell'Unione?

Giulia, la figlia di Latorre, continua a tenere alta la testa su Facebook, nonostante sia sorta un pagina falsa a suo nome che invitava gli italiani a scendere in piazza per i fucilieri di Marina.

La ventenne ringrazia i tanti messaggi di solidarietà e ribadisce di essere «una ragazzina abbastanza arrabbiata con lo Stato per non aver portato i due maró qui».

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