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Il Cnel risorto di Brunetta. "Presto il testo sul salario"

Anche Mattarella alla cerimonia di insediamento dell'ente. "A metà ottobre il documento che ci ha chiesto il governo"

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Ma quale Porta a Porta, scordatevi il salotto di Vespa: è il Cnel la vera «terza Camera dello Stato». È questa, dice Renato Brunetta, «la casa dei corpi intermedi», il crogiolo giusto dove si possono elaborare le idee sul lavoro, il luogo deputato «per offrire alle decisioni della politica e al dibattito pubblico elementi condivisi di analisi e proposte». Via Lubin era in disarmo, era un ente inutile, stava per essere soppresso da Matteo Renzi con il referendum, invece ecco che l'organo costituzionale conosce una seconda giovinezza e «ha ripreso la sua centralità». E subito, tanto per stare sul pezzo. «Giorgia Meloni ci ha chiesto una risposta in sessanta giorni sul salario minimo e noi entro metà ottobre consegneremo al governo un documento, possibilmente unanime, sull'argomento». La linea, «in sintonia con Palazzo Chigi», è di evitare di «intervenire in maniera dirigistica con una sola norma» e con una cifra minima e di puntare piuttosto sulla contrattazione collettiva.

C'è Sergio Mattarella in prima fila, ci sono i presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama, ci sono due ministri, Giorgetti e Calderone. La XI consiliatura parte in grande pompa, con la cerimonia di insediamento e la nomina degli organi, grazie anche alla verve di Brunetta, al vertice del Cnel dallo scorso marzo. Sono 64 i consiglieri, otto dei quali indicati dal capo dello Stato e due dalla presidenza del Consiglio, oltre ai rappresentanti dei sindacati, delle imprese, dei lavoratori autonomi e del terzo settore. I tre vice sono Floriano Botta, di Confindustria, Claudio Risso, Cisl, e Annalisa Guidotti, Confapi. Insomma, come dice il responsabile dell'Economia Giancarlo Giorgetti, questi stati generali del lavoro sono «una consiliatura costituente» sulla quale l'esecutivo ha deciso di puntare molto.

«Non vogliamo sostituirci a nessuno», puntualizza Brunetta, «ma conoscere per deliberare e decidere». E però è chiaro che il piatto forte, il tema principale su cui Meloni lo ha già formalmente investito, sarà il salario minimo. Pd e sindacati premono, la maggioranza cerca un approccio diverso. «Io preferisco parlare di lavoro povero e di giusto salario. Le retribuzioni in Italia sono basse e bassa è pure la produttività. Le due cose viaggeranno insieme». Il rapporto del Cnel sarà dunque pronto tra tre settimane. «Ci stiamo lavorando, non sappiamo ancora se si tratterà di osservazioni, proposte o di un impianto normativo articolato. Sarà comunque un documento il più possibile condiviso. L'istruttoria che stiamo compiendo per incarico della presidente del Consiglio dei ministri dovrà offrire una bussola per un'azione politica competente». Non sarà comunque facile trovare una sintesi: sul punto gli esperti del Cnel hanno idee diverse.

Ma non è solo una questione di paghe, spiega il presidente. «Abbiamo un mandato di cinque anni e un programma straordinario. Salari, trasparenza, assistenza, contratti, accordi interistituzionali». Poi, il capitolo sicurezza e qui Brunetta si rivolge direttamente a Mattarella. «Come lei ci ha ricordato in questi giorni, lavorare non è morire. Il problema oggi non è di fare buone leggi, che abbiamo, ma della loro effettiva applicazione. Il lavoro non è una merce, non è un bene produttivo come tutti gli altri. È un capitale sociale, un progetto di crescita, un fattore di giustizia e di emancipazione».

E il nuovo Cnel «si impegna a mettere la dignità» al centro.

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