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Berlusconi: "Col M5S l'Italia è in pericolo. Peggio dei comunisti del '94"

Berlusconi è preoccupato: "Se Grillo andasse al governo sarebbe meglio cambiare Paese. Ma noi lo impediremo"

Berlusconi: "Col M5S l'Italia è in pericolo. Peggio dei comunisti del '94"

Berlusconi è preoccupato. Così come nel 1994 scese in campo per il bene del Paese, e per non consegnare l'Italia ai comunisti, nel 2017, a distanza di 23 anni, il Cavaliere, che oggi ama il suo Paese più di allora, è disposto ad altri sacrifici per proteggerlo. Visibilmente in forma, di buon umore e disponibile, dimagrito e in ottima salute («sì, sto molto bene, grazie»), lunedì sera il leader di Forza Italia è andato, assieme alla sua compagna Francesca Pascale, alla cena del Rotary Club Aquileia all'hotel De La Ville a Milano, e in un colloquio privato al Giornale ha toccato vari punti roventi di questo delicato periodo storico. «Scusate se mi sono sfogato un po' qui con voi - dice nel suo intervento in pubblico -, ma siamo in un grosso guaio».

UN PAESE IN PERICOLO

Oggi chi aggredisce la democrazia sono altri ma, se possibile, «ancor più pericolosi dei comunisti del '94: il Movimento Cinque Stelle. Loro sono la mia più grande preoccupazione, non da politico, ma da italiano. La cosa migliore da fare se andassero al governo, sarebbe cambiare Paese». Ovviamente una provocazione la sua, ma significativa: «Naturalmente è un paradosso, ma se ci dovesse essere una certa forza al potere, io credo che non avremmo di fronte un avvenire positivo. Al contrario. Si figuri che non ho mai fatto lavorare Grillo nelle mie tv perché voleva sempre essere pagato in nero. Possiamo consegnare il Paese a questa gente qua? L'Italia sta correndo un grave pericolo per la democrazia e il nostro dovere è quello di impedirlo».

IL CENTRODESTRA È UNITO

Il Cavaliere è sicuro che il centrodestra si presenterà unito. «Non ci sono dubbi a riguardo, di nessun tipo, siamo d'accordo tutti, assolutamente indispensabile. Ho presentato il mio programma sia a Fratelli d'Italia che alla Lega. La prima occhiata ha dato dei risultati molto favorevoli. C'è il problema sulla diversa posizione sull'euro. Io dopo aver sentito diversi premi Nobel dell'economia, propendo per una non uscita dall'euro che ci costerebbe molto cara: l'euro va mantenuto soprattutto per il commercio internazionale, e va messa in circolazione una nuova lira, che diventerebbe la moneta di uso comune per le famiglie». L'euro ha portato via metà del nostro patrimonio, causando 15 milioni di poveri, un italiano su 4, il 25% del Paese. «Per questo nel nostro programma proponiamo: meno tasse (nessuna tassa sulla casa, sulla successione e sulla prima auto), meno Stato e meno Europa».

RECUPERIAMO IL NON VOTO

Berlusconi è certo di «poter arrivare a superare il 40%, come riuscì nel 2008, e guidare di nuovo il Paese. Puntiamo su quel 50% di italiani che, disgustati della politica e dai politici passati da un gruppo all'altro, non va più a votare e ha deciso di stare a guardare dalla finestra. Io mi ero staccato da Forza Italia. Nel 2013 venni richiamato prepotentemente perché da quel 40%, il partito, nelle mani di Verdini e Alfano, era arrivato all'11,7%. Con me, dopo pochi mesi di campagna elettorale, terminammo al 21,7%».

AUMENTEREMO DI 10 PUNTI

Alla serata era presente anche Alessandra Ghisleri di Euromedia Research («C'è da parte mia una dimostrazione di stima e di affetto alla nostra signora dei sondaggi, è bravissima»), convinta che Forza Italia possa recuperare molto: «A pochi giorni dal referendum, col mio intervento ho tolto 5 punti al Sì portandoli al No, provocando una differenza di 10 punti nel risultato finale. Mi si attribuisce la capacità di aumentare di 10 punti i voti di Forza Italia, come minimo. Farò una lunga campagna elettorale con presenze costanti nelle tv e credo che i dieci punti saranno ampiamente superati».

RIFORMARE LA GIUSTIZIA

«Io che ho il record del mondo per numero di udienze, e ho sofferto 63 processi, spendendo 170 milioni in avvocati, so quanto importante sia una riforma. Ci sono attualmente 3.500 italiani in carcere senza un processo. In galera ci si dovrebbe andare solo se c'è un reale pericolo per la società. I pm fanno sempre appello per avere ragione sulle loro tesi. Ma se c'è un'assoluzione in primo grado dovrebbe finire tutto lì». E riguardo alla svolta garantista di Renzi sbandierata al Lingotto e riferita alle indagini su suo padre nel caso Consip, Berlusconi si compiace: «Ritengo che il garantismo sia un obbligo per tutti noi e sono felice che anche Renzi abbia manifestato delle posizioni garantiste. Finalmente ci è arrivato anche lui».

IMMIGRAZIONE E SICUREZZA

Il Cavaliere affronta il tema dell'immigrazione, per il quale «è necessario siglare patti con la Libia e gli altri Paesi dell'Africa come facemmo quando eravamo al governo» e della sicurezza dove sciorina dati agghiaccianti: «Un reato di strada al minuto e un furto in appartamento ogni due minuti. Bisogna aumentare lo stipendio agli operatori delle forze dell'ordine».

CINQUE COLPI DI STATO

Lo sfogo di Berlusconi è rivolto anche ai cinque colpi di Stato («sempre con la complicità della magistratura di sinistra»), da quello del 1993 di Mani pulite «che ha fatto fuori cinque partiti democratici che ci avevano governato per 50 anni garantendo democrazia e libertà e permettendo lo sviluppo dell'economia». L'excursus arriva al 2011: «I colpi di Stato avvengono anche senza militari o carri armati per strada, quando una maggioranza votata dagli elettori, viene messa da parte e al suo posto arriva una minoranza che va al governo. Nel 2011 siamo stati costretti da Napolitano a dare le dimissioni: lui convinse Fini, con la promessa di nominarlo alla guida di un nuovo governo, a togliere la maggioranza al Popolo della Libertà attraverso i parlamentari di Alleanza nazionale. Così sono stato fatto fuori dalla politica e dal Parlamento, inventando accuse infondate e vergognose, e il Senato prese lo spunto per sospendermi, cosa mai successa prima nella storia repubblicana».

IL CANDIDATO A GENOVA

All'incontro dei rotariani è stato presentato il candidato sindaco di Genova, Giancarlo Vinacci, sostenuto dal medico personale di Berlusconi, Alberto Zangrillo. «Vinacci ha tutte le caratteristiche per poter diventare un validissimo amministratore di una città come Genova», commenta il Cavaliere, lanciando il suo pieno endorsement al manager genovese. Nei giorni scorsi era scoppiata la polemica con il governatore della Liguria, Giovanni Toti, il quale spinge, invece, su Ilaria Cavo. «Voglio chiarire un punto - replica duro Zangrillo - Vinacci si candiderà a prescindere da quelli che sono i giochini tra Toti e la Cavo e da stasera ha l'appoggio totale di Silvio Berlusconi, tutto il resto sono chiacchiere che non ci interessano. Non voglio entrare in polemica con Toti. Io, a differenza sua, sono nato a Genova, ho vissuto per lungo tempo a Genova, amo Genova, per cui voglio che Vinacci diventi il sindaco di Genova affinché ritorni ad essere la capitale del Mediterraneo. Vinacci è un candidato eccellente, che proviene dalla società civile e ha tutti i requisiti di competenza e professionalità necessari».

E anche Vinacci chiarisce che «non è vero che io a Genova ho fatto solo le elementari, io quella città non l'ho mai lasciata, sono milanese solo dal lunedì al venerdì e sono orgoglioso e fiero per questo incarico lusinghiero e oneroso».

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