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Conte adesso "silura" Siri e revoca l'incarico al leghista

Dopo un lungo dibattito in Consiglio dei Ministri, il premier tira dritto ed "espelle" il sottosegretario leghista indagato

Conte adesso "silura" Siri e revoca l'incarico al leghista

Armando Siri non è più il sottosegratario del governo. Dopo le richieste di dimissioni da parte del premier Conte, è arrivata la resa dei conti in Consiglio dei Ministri. Il Cdm di questa mattina iniziato intorno alle 10:30 di fatto si è concluso con la revoca dell'incarico per l'esponente del Carroccio. Il premier Conte dopo l'avvio della seduta ha esposto i motivi della sua richiesta e al termine del suo intervento è iniziato il dibattito. Presenti in Consiglio dei Ministri tutti i ministri della Lega e dei Cinque Stelle. Assenti perché in missione all'estero, Tria e Enzo Moavero Milanesi. A difendere la posizione di Siri in quello che di fatto si è trasformato in un vero e proprio "processo" è stato il ministro alla Funzione Pubblica della Lega, Giulia Bongiorno. Il ministro nel corso del suo intervento ha esposto la posizione del Carroccio contrario alla revoca dell'incarico.

I 5 Stelle invece hanno tirato dritto schierandosi dalla parte di Conte che invece ha chiesto le dimissioni. Secondo l'iter procedurale, il presidente del Consiglio presenterà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la proposta di revoca dell’incarico di sottosegretario ad Armando Siri. Il tutto di concerto con il ministro competente, Danilo Toninelli che ha già ritirato le leghe al suo sottosegretario. A quanto pare è stata evitata la "conta" in Cdm che averbbe potuto spaccare in modo serio il governo. La Lega comunque rivendica la sua scelta: "Discussione civile e pacata. La Lega (intervenuti i ministri Bongiorno e Salvini) ribadisce fiducia nel premier ma convinta difesa del sottosegretario Armando Siri, innocente fino a prova contraria come tutti i 60 milioni di Italiani. Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare: flat tax per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi No e i rinvii". Siri dunque sarà costretto a fare un passo indietro. E lo scontro nel governo non è ancora finito. Luigi Di Maio è subito passato all'incasso e di fatto è andato in conferenza stampa per "annunciare" la revoca dell'incarico a Siri: "Per me è un grande orgoglio far parte di questo governo sono molto orgoglioso delle decisioni che abbiamo preso tutti insieme. Per me è molto importante che in una giornata come quella di oggi in cui l’Italia da Nord a Sud è scossa da inchieste per corruzione questo governo abbia dato un segnale di discontinuità rispetto al passato". Infine è intervenuto anche il premier Conte: "Nel corso del Consiglio dei ministri c’è stata una discussione molto franca e non banale perché ho ritenuto questo un passaggio politico e non meramente burocratico. C’è stato un confronto leale e aperto. Chiederò la revoca del sottosegretario Siri e al presidente della Repubblica arriverà lo schema di decreto per la revoca.

Abbiamo anche acquisito il parere del Cdm che ha ribadito la fiducia nel mio operato e ha preso atto di questa nostra iniziativa".

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