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Governo, nuovo attacco tedesco: "Ecco lo scenario dell'orrore"

I timori dei quotidiani tedeschi sul governo Conte: "L'Italia può cambiare l'intera Ue". Poi l'affondo al "pericolo italiano": "Porterà a euro debole e minore crescita"

Governo, nuovo attacco tedesco: "Ecco lo scenario dell'orrore"

Non c'è due senza tre. In Germania media e opinionisti sono sinceramente preoccupati da Roma. E i timori sono tali da trascinarli in una sorta di gara a dire la propria al Belpaese. Lo abbiamo visto nei giorni scorsi: si va dagli italiani "scrocconi", fino a Conte "burattino", passando per Salvini e Di Maio paragonati alla peste.

L'ultimo affondo, in ordine di tempo, arriva (di nuovo) dal Frankfurter Algemeine Zeitung. Il più importante quotidiano tedesco, che due giorni fa aveva rappresentatato con una copertina al vetriolo la situazione politica nostrana, oggi apre la sua edizione online con un'analisi altrettanto dura. Il titolo è eloquente: il pericolo italiano. I due autori, Ralph Bollmann e Dyrk Scherff, delineano due ipotesi nel caso in cui Mattarella dovesse capitolare a dare il via libera a Conte: parlano di un possibile "scenario dell'orrore" e di una più mite, ma comunque "pericolosa", prospettiva di instabilità europea provocata dall'Italia.

Ad andare di traverso alla Faz sono le proposte scritte nel contratto firmato da Di Maio e Salvini: dal reddito di cittadinanza all'addio alla Fornero, passando dalla paventata "drastica" riduzione delle tasse. L'Italia, scrive il quotidiano, "pensa addirittura all'introduzione di una valuta parallela. Se tutto ciò fosse vero, il debito annuale del paese raddoppierà o triplicherà. L'Italia romperebbe tutti gli accordi europei e porterebbe l'unione monetaria in una nuova crisi". Per non parlare dell'idea di piazzare un ministro anti euro, Paolo Savona, all'Economia.

"Lo scenario dell'orrore - si legge nell'articolo della Faz - è qualcosa di simile: il presidente Sergio Mattarella conferma la prossima settimana il governo, che poi ottiene il voto di fiducia in entrambe le camere del Parlamento" e inizia a lavorare. Così "le leggi sulla spesa eccessiva e sul deficit saranno superate rapidamente. Il deficit nel bilancio dello stato aumenterà, i criteri di stabilità europei e il limite di indebitamento verranno infranti. Gli investitori si spaventeranno e i tassi di interesse sui titoli di stato italiani torneranno ad aumentare. Alla fine - concludono i due autori - l'Italia non potrà più permettersi di finanziarsi e dopo anni di gestione della crisi l'euro potrà di nuovo spezzarsi".

Dopo l'Economist ("un bizzarro governo"), lo Spiegel ("italiani scrocconi") e la Suddeutsche Zeitung, la Fez torna quindi ad attaccare Roma. Certo, gli autori riconoscono che la situazione è ben diversa rispetto alla crisi del 2012 e che i mercati per il momento non hanno reagito al contratto con eccessivo nervosismo perché "nessuno sa quanto tempo" Lega e M5S continueranno ad essere alleati. E soprattutto perché per ora si tratta solo di idee. Tra il dire è il fare - è il ragionamento - c'è di mezzo Sergio Mattarella. È proprio al Colle che i tedeschi guardano nella speranza presti "molta attenzione al rispetto delle regole". Senza contare che a garantire la tenuta dell'Italia "anche qualora realizzassero tutte le loro ambiziose proposte", ci sarebbero comunque due fattori: il quantitative easing di Mario Draghi e il fatto che gran parte del debito nostrano è detenuto da investitori privati o istituzionali italiani. Quindi creditori "leali" e poco propensi ad abbandonare la nave.

"Nel breve periodo - scrivono dunque i due autori - l'Italia e l'eurozona sono probabilmente in grado di far fronte al crescente nervosismo sui mercati finanziari". I problemi arriveranno, dicono, nel lungo periodo. Tanto che "anche se la crisi del debito può essere prevenuta con l'aiuto della BCE, l'Italia potrebbe cambiare l'intera unione monetaria in modo permanente" (e negativo). Questo potrebbe avvenire "se la Commissione europea non sanzionerà le prevedibili violazioni del stabilità dell'UE", portando così altri Paesi a seguire l'esempio del Belpaese e producendo un calo del "desiderio di riforme economiche". Un incubo per i tedeschi.

O meglio, per dirla con Bollmann e Scherff, "non è una buona prospettiva per l'Europa e per gli investitori".

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