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Dl Genova, il pugno di Toninelli fa scoppiare la bufera in Aula

Il testo passa con 167 sì. Caos in aula dopo la reazione del ministro

Dl Genova, il pugno di Toninelli fa scoppiare la bufera in Aula

Il decreto per Genova è legge. Il Senato ha approvato il testo con 167 voti a favore, 49 contrari e 53 astenuti. Oltre a Lega e Movimento 5 Stelle, hanno sostenuto il testo anche Fratelli d'Italia e Autonomie. Contrari Pd e Liberi e uguali, mentre Forza Italia si è astenuta.

Il testo contiene disposizioni sull'emergenza di Genova dopo il crollo del ponte Morandi avvenuto lo scorso 14 agosto. Inoltre ci sono provvedimenti per la sicurezza delle infrastrutture e misure urgenti legate ai terremoti di Ischia e del centro Italia. Tra queste anche il condono per le case abusive nell'isola campana, che era stato bocciato in commissione dopo il voto contrario di alcuni dissidenti 5 Stelle ma è stato reintrodotto in aula.

Polemiche delle opposizioni dopo l'approvazione del decreto. In aula si è scatenato il caos quando il ministro dei Trasporti, il grillino Danilo Toninelli, ha esultato con il pugno chiuso. Secondo la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, si è trattato di una reazione "non molto commendevole". La stessa Casellati ha detto al termine del voto: "Avrei immaginato che oggi fosse davvero una giornata diversa, che ci fosse un'aula diversa perchè pesano su tutti i 43 morti, su tutte le coscienze". In un tweet del democratico Matteo Richetti si vede il gesto del ministro.

La capogruppo di FI, Anna Maria Bernini, ha accusato i 5 stelle: "Li abbiamo visti sbeffeggiarci. Noi non gli chiediamo di condividere quello che diciamo, ma almeno di ascoltare - ha detto facendo riferimento al fatto che il ministro Toninelli avesse 'giocato con il cellulare' mentre erano in corso le dichiarazioni di voto - noi non accettiamo lezioni". La Bernini ha contestato l'esponente del governo per "aver sollevato il pugno durante la votazione, parlato al telefonino e masticato la gomma americana durante le dichiarazioni di voto. Non le permetteremo più di venire in quest'aula agitando i pugni".

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