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Diciotti, quello sfogo di Salvini: "Vi porto a elezioni e mi prendo l'Italia"

Il retroscena sulla reazione di Salvini all'indagine del pm di Agrigento. Il ministro tira dritto: "Un procuratore non mi fermerà"

Diciotti, quello sfogo di Salvini: "Vi porto a elezioni e mi prendo l'Italia"

Matteo Salvini lo ha detto dal palco di Pinzolo: "Sono sudato, ma per un ministro indagato è normale". Quella di ieri è stata una giornata piena, altro che vacanze. Prima lo spinoso caso Diciotti, con le frenetiche telefonate per convincere Albania, Irlanda e poi la Chiesa cattolica a farsi carico dei 150 migranti a bordo. E poi l'indagine aperta dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che dopo tanto interrogare su un fascicolo contro ignoti ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati il ministro e il suo capo di gabinetto. Ai suoi allora il leghista avrebbe detto, scrive Repubblica: "Ci metto un attimo a portare tutti ad elezioni e diventare presidente del Consiglio" perché "se andiamo a votare mi prendo l'Italia".

Ma a occupare il tempo di Salvini è stata anche la relazione con l'alleato di governo. La fronda grillina guidata da Roberto Fico ha messo in difficoltà Luigi Di Maio, che ora deve fare i conti con una parte del Movimento cui non piace la linea dura leghista (e del governo) sull'immigrazione. Ieri, secondo il Corriere, Di Maio e Salvini si sarebbero sentiti al telefono col primo che avrebbe intimato al secondo di trovare una soluzione perché "i miei non li reggo più".

Già ieri un piccolo "scontro" tra Lega e M5S era avvenuto sull'incontro che Salvini avrà martedì con Orban. Secondo quanto scrive Repubblica, Di Maio avrebbe pensato di fare una uscita pubblica per definire "non istituzionale" l'incontro e smarcare così Movimento e governo dalla linea leghista. Poi però l'ipotesi è tramontata e i grillini hanno deciso di affidare l'irritazione a una nota, spuntata, dei capigruppo di Camera e Senato.

C'è anche chi, non solo nel Pd, ha rinfacciato a Di Maio di aver chiesto in passato le dimissioni dell'ex ministro Alfano e di dimostrarsi "garantista" col collega di governo. Lui però rigetta le accuse, dicendo che "l'indagine è un atto dovuto" e che "secondo il codice etico dei ministri può restare in carica".

Poi però rimbrotta Salvini per gli attacchi alla magistratura che, dice il grillino, "va rispettata".

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