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Il disperato piano di Di Maio per non annegare: "Superare soglia due mandati"

Il grillino presenta la svolta nel M5S: "Superare la soglia dei due mandati". Via libera ad alleanze con le liste civiche

Il disperato piano di Di Maio per non annegare: "Superare soglia due mandati"

Salvate il soldato Di Maio. Lui ci sta provando, ma non è detto che basti. Dopo la debacle in Sardagna, seguita a quella in Abruzzo, l'aria che tira nel M5S non è più quella delle politiche dell'anno scorso. Il vento buono si è trasformato in tempesta. E i grillini si sono ritrovati da prima forza politica a rincorrere Salvini, incassando schiaffoni ad ogni tornata elettorale.

L'ultimo risveglio post-elettorale non è stato dei migliori. Luigino ripete che "siamo vivi e vegeti" e che "le amministrative" non hanno "alcun impatto sulla vita del movimento e tantomeno del governo". Ma la verità è che mentre Salvini esulta e il centrodestra avanza, il M5S arranca. Nel Movimento già chi chiede la testa di Di Maio, di "ridiscutere" la sua leadership (Paola Nugnes) o almeno di fargli abbandonare il ruolo di ministro (Elena Fattori). Lui però tiene duro, allontana l'addio ("il Capo politico dura cinque anni") e risponde a tono a "quei due o tre" dissidenti che "hanno il problema di essere rieletti in Parlamento". Resta il fatto che la tensione è tanta.

Anche per questo Di Maio ha tenuto a presentare oggi alla Camera una proposta di "riforma" del M5S. Le novità non sono poche e profumano di mossa disperata per bloccare l'emorragia di consensi. Per rendere il Movimento "più adulto", senza però perdere la "sua anima", Luigino ha disegnato tre diverse modifiche: addio al tetto dei due mandati per i consiglieri comunali ("non è un privilegio"), la richiesta di un contributo dagli iscritti e l'avvio di un dialogo ("con calma") con le liste civiche per il voto locale. Che tradotto significa l'abiura del beato isolazionismo grillino.

L'idea è quella di permettere ai consiglieri comunali di "candidarsi anche al consiglio regionale, o in Parlamento", evitando così di disperdere quanto creato sul territorio. In fondo sono le amministrative il vero tallone d'Achille dei pentastellati. "Per riuscire a essere forti - spiega Di Maio - dobbiamo darci una organizzazione. Che non è calata dall'alto. Oggi inizia una discussione. Abbiamo tanta gente che ci chiede aiuto. È impossibile recepire tutto, serve una organizzazione che ci consenta di filtrare queste richieste. Qualcuno che faccia da collante con tante istanze. L'organizzazione del Movimento non giova solo al M5S, servirà agli italiani. Deve esistere una organizzazione a livello nazionale e a livello regionale". Sul piatto anche un maggior coinvogimento degli attivisti che "devono votare molto di più".

Intanto Di Maio si prodiga per allontanare la crisi di governo, rivendica le azioni dei ministri grillini ("8 provvedimenti su 10 sono del Movimento") e smentisce dissidi con Grillo. Il comico a Catania ha criticato un partito che "forse" non è "all'altezza" del compito, ma Luigino fa quadrato: "Ci siamo sentiti 10 minuti fa e non c'è nessun diverbio". Sarà.

Ma il suo ruolo nella (tragi)commedia sembra ormai sempre più quello di un soldato ferito (dagli elettori) e che rischia di soccombere sotto il fuoco amico.

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