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Ecco l'ultima teoria dell'Onu: "Migranti portano sviluppo"

Pubblicato il rapporto della Fao sulle migrazioni l'agricoltura e lo sviluppo rurale: "Riducono le ineguaglianze sia all'interno dei Paesi che tra Paesi"

Ecco l'ultima teoria dell'Onu: "Migranti portano sviluppo"

La Fao, Organizzazione Onu per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha redatto un rapporto per il 2018 che sa di nuova sviolinata a favore dell’immigrazione. Secondo le Nazioni Unite infatti le migrazioni oltre alle difficoltà, sulle quali spesso si focalizza il dibattito politico, "sono parte integrante dello sviluppo economico, sociale ed umano" e consentono allo stesso tempo di "ridurre le ineguaglianze sia all'interno dei Paesi che tra Paesi".

Non è una novità che l’Onu sposi posizioni pro migrazioni. Basti pensare a quanto successo il 10 luglio di quest’anno, quando l’Alto commissario per i diritti umani Michelle Bachelet disse di essere pronta a inviare ispettori in Italia per difendere migranti e rom. Salvini rispose minacciando il taglio ai finanziamenti e la polemica proseguì indisturbata. Tanto che l'’Onu tornò all’attacco sostenendo che la chiusura dei confini, come quella disposta dal governo italiano, aiuterebbe i trafficanti.

Ma torniamo ai numeri. Secondo il rapporto “Migrazioni, agricoltura e sviluppo rurale” tutti i Paesi al mondo sono stati almeno una volta regione di partenza, di arrivo o di transito dei flussi migratori. E a volte queste condizioni si sono sviluppate contemporaneamente. Nel 2016 su scala mondiale i migranti forzati (conflitti, persecuzioni e violenze generalizzate) sono stati 66 milioni, di cui 40 sono rimasti all'interno del proprio Paese, mentre gli altri hanno cercato fortuna altrove. Quasi tutti sono andati in Paesi in via di sviluppo, "spesso in zone rurali, con ricadute importanti sulle popolazioni agricole povere": oggi il 30% dei rifugiati abita nelle zone rurali dei Paesi dove vengono accolti e i flussi interni all'Africa sono l'80%.

Nel 2015, invece, il 38% dei migranti si è spostato verso un altro Paese in via di sviluppo, quasi sempre sullo stesso continente, mentre il 35% ha raggiunto un paese sviluppato del Nord del mondo. Inoltre, "nel mondo l'85% dei rifugiati viene accolto nei Paesi confinanti": le migrazioni regionali avvengono per lo più tra Paesi dell'Africa occidentale e tra nazioni dell'ovest asiatico, mentre all'interno dello stesso continente sono soprattutto i migranti dei Paesi dell'Africa centrale e dell'Asia meridionale a muoversi. In totale dal 1990 al 2015 i migranti sono saliti da 153 a 248 milioni di persone (tra il 2,9 e il 3,3% della popolazione globale). "Le migrazioni sono un fenomeno mondiale in espansione - si legge nel rapporto - che coinvolge milioni di persone in cerca di un futuro migliore, ma sono sempre esistite.

Sono portatrici di sfide sia per i migranti stessi che per le società, sia nelle regioni di partenza che di arrivo".

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