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Il fronte del No si riunisce al Senato Aderiscono anche due alfaniani

Vertice tra i gruppi a Palazzo Madama per il voto di ottobre

Il fronte del No si riunisce al Senato  Aderiscono anche due alfaniani

Roma Una foto che vale più di mille parole. A Palazzo Madama sfila il «fronte del No». No alle riforme di Boschi & C; no a Renzi. Lo scatto serve perché dà un'immagine di unità. Le opposizioni di centrodestra schierate per il «No» al referendum di ottobre si ritrovano tutte attorno a un tavolo all'ora di pranzo. C'è il capogruppo azzurro Paolo Romani; c'è il leader di Idea Gaetano Quagliariello; c'è il capogruppo della Lega, Gian Marco Centinaio; il leader di Popolari per l'Italia, Mario Mauro; c'è la fittiana Cinzia Bonfrisco; il capogruppo a Montecitorio di Fdi, Fabio Rampelli, in rappresentanza del partito di Giorgia Meloni; e pure la ex grillina Laura Bignami ora nel Misto. Non solo: ci sono anche pezzi dell'attuale maggioranza, pronti a voltare le spalle al premier. Ci sono infatti anche i senatori dell'Ncd Antonio Azzollini e Giuseppe Esposito, a conferma che nel partito di Alfano c'è un terremoto in atto. Presenze, queste, benedette dal big Schifani: «Ogni parlamentare è libero di agire come vuole». Non certo una reprimenda.

Insomma, l'occasione non è solo quella di fare il punto sulla campagna referendaria di ottobre ma anche quella di fare un passo in più verso l'unità del centrodestra. Unità spesso messa a rischio da sospetti, maldicenze e ambiguità. Non è un mistero che sia sempre stato il Carroccio a fare l'esame del sangue dell'antirenzismo agli azzurri. E Paolo Romani ne approfitta per mettere i puntini sulle «i»: «La nascita del coordinamento politico-parlamentare dell'area di centrodestra per il No al referendum sulle riforme, segna anche la fine di maliziose, o cattive, interpretazioni sui comportamenti di alcuni dei partecipanti sul fronte delle riforme - dice risoluto il forzista -. Forza Italia, inoltre, non ha alcuna volontà di trattare alcunché su riforme e legge elettorale. Non c'è alcun baratto». Non solo: «La nostra campagna referendaria per il No sarà decisa, forte e chiara. Noi votiamo contro, perché c'è una valutazione negativa sulle riforme aggravata con il combinato disposto dell'Italicum».

Una battaglia, quella del referendum, che il centrodestra potrebbe vincere visto che tutti i sondaggi danno in continua discesa il fronte del «Sì». Ed è il forzista Brunetta a pubblicare le ultime analisi: i «No» sono al 34%, i «Sì» scendono al 28,6%, gli astenuti/indecisi sono il 37,4%.

Se si escludono gli indecisi e quelli che ancora non hanno deciso se andare a votare o meno, il risultato è che il «No» arriva al 54,3%, mentre il «Sì» crolla al 45,7%.

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