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Il governo appeso a Paolo Savona

Al via l'incontro tra Salvini e Di Maio per chiudere. Resta però il nodo Economia: l'economista Savona non sarebbe disponibile ad altri ministeri se non il Mef. Ma Rinaldi: "È tranquillo, non conta la poltrona"

Il governo appeso a Paolo Savona

Tutto resta appeso al nome di Paolo Savona. Matteo Salvini da ieri sera si trova di fronte a un bivio: cedere le posizioni sul nome dell'economista e andare al governo, oppure ribaltare il tavolo imbastito da Di Maio e andare al voto a luglio. Sono ore frenetiche e il leghista ha annullato tutti gli appuntamenti elettorali per volare a Roma. Arrivato nella Capitale, ai cronisti che gli chiedevano se aveva intenzione di aprire o chiudere la porta al M5S ha chiesto "pazienza". Sarà l'incontro faccia a faccia (in corso in questi minuti) a sbrogliare la matassa.

I problemi, però, rimangono. Certo: ci sono le parole pronunciate al telefono da Salvini a Sestri Levante e catturate delle telecamere dell'Agenzia Vista (guarda il video): "Se va Di Maio a me va bene...", aveva detto il "Capitano". Ma per il momento non ci sono novità. Fonti informate sulla trattativa fanno sapere che è ancora su Savona che il treno giallo-verde rischia di deragliare. E non solo per l'ovvia cautela del segretario del Carroccio, ma anche per quella che sarebbe l'indisponibilità del professore a fare passi indietro o di lato.

Domenica, dopo il "no" di Mattarella a nominare l'economista eurocritico a via XX Settembre, sia M5S che Lega sono saliti sulle barricate per difendere la candidatura di Savona. Di Maio è arrivato addirittura a chiedere l'impeachment del Colle. E il Carroccio, per bocca di Gianmarco Centinaio, ha continuato a considerarlo il suo "candidato", tanto da dirsi pronto a ripresentarne il nome in caso di vittoria alle elezioni anticipate. Ora le cose sono cambiate. Prima la grillina Laura Castelli ha chiesto un passo indietro a Savona. Poi il capo politico ha proposto di piazzarlo in un'altra casella. Salvini ha detto di volerci pensare.

Le ipotesi in campo sono diverse. Si pensa allo "spacchettamento" del Mef in Tesoro e Finanze. Un'altra idea è quella di dirottare Savona alle Politiche europee, allargare la maggioranza a Fratelli d'Italia e magari consegnare un ministero - la Difesa - a Giorgia Meloni). Bisognerà però trovare un altro nome "con lo stesso profilo di Savona" per la casella economica. Qualcuno ha portato il curriculum di Ciocca, che però stamattina ha smentito. Da giorni poi si rincorrono voci su Giorgetti, che però continua a glissare (per lui è già pronta la poltrona di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio).

Su tutte trattative, tuttavia, pende come una spada di Damocle il volere di Savona. Secondo l'Adnkrons, che cita fondi di via Bellerio, l'economista euroscettico non sarebbe disponile a ipotesi diverse da quella che lo vedrebbero titolare del Mef. A far da contraltare ci sono però le dichiarazioni di Antonio Maria Rinaldi, direttore di Scenari Economici, molto vicino al professore: "Savona è molto tranquillo - ha detto - se lo sposteranno in un altro ministero, per lui non è importante la poltrona ma cosa andrà a fare per essere utile al Paese".

Vedremo. Di certo se l'economista non vorrà accettare altri incarichi, toccherà a Salvini sacrificarlo sull'altare del governo giallo-verde.

Oppure far saltare tutto.

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