Politica

Il governo senza numeri sull'omicidio stradale

Alla Camera passa l'emendamento di Fi che elimina l'arresto per l'investitore che soccorre i feriti. La legge torna al Senato

Conferenza stampa pronta, riflettori accesi, champagne in frigo. Invece niente, l'omicidio stradale torna alla casella di partenza. Il governo infatti va sotto alla Camera su un emendamento, presentato da Francesco Paolo Sisto, Forza Italia, che cancella l'obbligo di arresto per l'investitore che si ferma a soccorrere le vittime. Scrutinio segreto, 247 sì e 219 no, con la minoranza del Pd che vota con le opposizioni. Il testo ora ripassa al Senato. La maggioranza sbanda? «Solo un incidente tecnico», è l'infelice metafora il sottosegretario ai Trasporti Riccardo Nencini, che aveva già dato appuntamento alla stampa alle 15,30 per commentare la legge. Secondo Renato Brunetta invece la macchina di Palazzo Chigi governo ha un problema strutturale: «Il governo non esiste più, sopravvive solo quando pone la fiducia. Se c'è un voto segreto, la maggioranza evapora. Chiediamo un'attenta vigilanza da parte del presidente Sergio Mattarella».Ecco le cinque righe che cambiano tutto le scenario: «Il conducente che si fermi e, occorrendo, presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall'incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose non è soggetto all'arresto stabilito per il caso di flagranza di reato». Forse Matteo Renzi non cadrà su questo, però lo stop è una vera e propria doccia fredda che in pochi si aspettavano: a Montecitorio si erano già radunate in mattinata tutte le associazioni di sicurezza stradale che avevano lavorato a lungo sull'introduzione della norma. Ora servirà almeno una quarta lettura.Il governo, che ha dato indicazione di votare contro l'emendamento Sisto, cerca di ridurre il danno. «Rispettiamo la decisione del Parlamento e non facciamo drammi - dice il capogruppo del Pd Ettore Rosato -. Brunetta ha una crisi di astinenza da mozione di sfiducia». Anche Alessia Morani, relatrice del provvedimento, minimizza: «Una legge giusta che porteremo a casa comunque, sarà approvata così come esce dalla Camera. Rivolgo un pensiero alle associazioni dei famigliari che dovranno ancora aspettare per avere una norma che dia loro giustizia». Quanto ai contraccolpi sulla maggioranza, «nessuna lettura politica del voto di oggi, chi lo fa è in malafede». Ma per Laura Ravetto, Fi, «l'omicidio stradale si trasforma nel suicidio politico per il Partito democratico». Secondo il leghista Roberto Simonetti «ha vinto la Camera è ed è stato sconfitto il renzismo». Delusi e poco interessati ai risvolti politici del voto, i rappresentati delle associazioni delle vittime ricordano le cifre di un dramma nazionale: 3.850 morti l'anno, più di dieci al giorno. «Una brutta giornata per la politica - dicono -, esulteranno i pirati e gli ubriachi al volante». Loro, risponde Sisto, meritano rispetto e tutela: «Siamo convinti della necessità di regolamentare in modo puntuale l' omicidio stradale, ma siamo altrettanto consapevoli che non si può fare stravolgendo il sistema penale.

Non ci si occupa di norme incriminatrici assecondando la pancia della piazza».

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