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I giudici processano anche Peter Pan

Fiabe Pulite: in un libro magistrati, avvocati e poliziotti condannano i protagonisti delle favole

I giudici processano anche Peter Pan

Imputato Pan Peter: un anno di reclusione. Hood Robin: cinque mesi e 15 giorni, ammenda di 160 euro. Il Gatto e la Volpe: assolti dal reato loro ascritto per non aver commesso il fatto. Mangiafuoco: insufficienza di prove. De Mon Crudelia: tre anni e sei mesi di galera. Orco di Pollicino: ergastolo.
Sono solo alcuni dei verdetti di Favole alla sbarra. Processo ai buoni e ai cattivi dei cartoni animati (a cura di Enzo Beretta, prefazione di Piercamillo Davigo, Ultra edizioni, pagg. 234, euro 16). Nel libro, autorevolissimi magistrati, avvocati ed esponenti della polizia giudiziaria portano in tribunale, prendendosi «scherzosamente sul serio», pericolosi criminali quali Capitan Uncino e il Lupo cattivo. Tutto è come deve essere: istruttoria, capi d'imputazione, requisitoria, interventi della difesa e infine sentenza. Donano il loro prezioso contributo, tra gli altri, Maurizio Muscato «estensore della sentenza di condanna a 24 anni di reclusione inflitta al senatore Giulio Andreotti», qui alle prese col caso «Re Leone»; Luciano Ghirga, «avvocato di Amanda Knox» e di Capitan Uncino; Fausto Cardella, procuratore capo dell'Aquila» già autore di indagini su Capaci, via d'Amelio e ora su Robin Hood; e tantissimi altri, tra cui spicca Piercamillo Davigo, ex protagonista della stagione di Mani Pulite.
Fiabe Pulite, dunque. I risultati dei procedimenti sono davvero sorprendenti. I buoni infatti sono innocenti solo in apparenza. Non c'è dubbio che Capitan Uncino si sia macchiato di gravi delitti (6 anni di gattabuia) ma anche Peter Pan non era uno stinco di santo, infatti si becca un annetto con la condizionale «e la non menzione della condanna nei certificati del casellario» per lesioni, lesioni multiple e per «aver sottratto ai genitori esercenti la potestà» dei bambini portati sul luogo dei delitti, l'Isola che non c'è. Clamorose le motivazioni della sentenza su Robin Hood, condannato a cinque mesi con generosa concessione delle attenuanti. I ripetuti furti dell'inafferrabile bandito sarebbero infatti stati commessi «per motivi di particolare valore sociale prevalente sulle contestate aggravanti». Lieto fine solo a metà per Cappuccetto Rosso. Il Lupo cattivo se la cava perché i «reati contestati sono estinti per morte del reo». Il Cacciatore viene assolto per aver agito «in stato di necessità ex art. 54 c.p.». Però c'è un però. Il giudice infatti trasmette «copia degli atti al Tribunale per i minorenni affinché valuti la condotta della mamma di Cappuccetto Rosso». Pinocchio era un vero pirla. Infatti il Gatto e la Volpe, oltre a Mangiafuoco, escono puliti dalle aule. Ma la sentenza ordina di «trasmettere gli atti al Pm per le sue eventuali valutazioni circa i profili di responsabilità in ordine alla condotta tenuta dal Grillo Parlante». I più sfigati, comunque, sono i Sette Nani. Già Davigo, nella prefazione, si lancia in quella che, dopo il regolare processo, suona come una inquietante profezia: «In Biancaneve i Sette Nani sono simpatici ma bisognerà pur porsi delle domande sulla liceità della costruzione della loro casetta nel bosco». Il tribunale ha raccolto l'invito e condannato i Sette Nani a 20mila euro di risarcimento per abuso edilizio, dannata casetta nel bosco. Drammatica la vicenda dei Tre Porcellini, sorpresi dalla polizia durante una discussione animata nel loro giardino. Insospettite dallo stato di agitazione dei tre, le forze dell'ordine hanno condotto in centrale il Porcellino Grasso, il Porcellino Grosso e il Porcellino Saggio per accertamenti. Dopo ore di interrogatorio, i poveri maiali sono crollati, trovandosi accusati di aver causato la morte del Lupo, con l'aggravante della premeditazione, e di occultamento di cadavere. Alla fine sono stati assolti per non avere commesso il fatto, grazie ai nervi saldi della difesa. Ma riusciranno ancora a grufolare sereni come un tempo?
Si arriva in fondo al volume con un paio di sensazioni. La prima. Favole alla sbarra è riuscito perché arguto e divertente. La seconda, un po' meno divertente.

Favole alla sbarra, pur restando nell'ambito del gioco, è il libro giusto nel Paese giusto, manettaro e giustizialista. Resta comunque una domanda di fondo: cosa ci fanno ancora a piede libero Peppa Pig e i Teletubbies?

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