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"Qui siamo in balìa dei trafficanti: dai migranti una bomba a orologeria"

Dopo il sopralluogo all'hotspot di Lampedusa, il presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, Eugenio Zoffili, chiederà oggi in audizione bicamerale maggiore incisività al ministro Luciana Lamorgese

"Qui siamo in balìa dei trafficanti: dai migranti una bomba a orologeria"

L’emergenza immigrazione è uno degli argomenti caldi e oggi sarà centrale nel discorso che il presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, Eugenio Zoffili, terrà nel corso dell’audizione bicamerale in cui sarà presente anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.Dopo il maxi sbarco che tra il 9 e il 10 maggio scorsi ha visto arrivare a Lampedusa circa 2400 migranti, il deputato della Lega si è recato sull’Isola per verificare personalmente le condizioni dell’hotspot di contrada Imbriacola. Un sopralluogo per conoscere anche lo di salute della maggiore delle Pelagie alla vigilia di una stagione estiva che si preannuncia, ancora una volta, all’insegna degli sbarchi. Su IlGiornale.it Eugenio Zoffili ha fatto il punto della situazione in vista dell’audizione di oggi.

Cosa ha avuto modo di vedere dentro l'hotspot?

“Ho trovato una situazione meno problematica rispetto a visite precedenti nelle quali avevo visto quello che non si dovrebbe vedere in nessun Paese civile del mondo, mentre nei giorni scorsi si sono toccate punte di oltre 1.000 ospiti, a fronte di una capienza di 250, circostanza in cui ogni nuovo arrivo provoca un restringimento di spazi, con tutti i rischi che in tempi di pandemia questo comporta, senza contare le difficoltà in termini di identificazioni e sorveglianza. Ho visto un'isola, Lampedusa, simbolo dell'abbandono a cui il buonismo ha condannato l'Italia, lasciata dall'Europa in balia dei trafficanti di esseri umani che giorno dopo giorno indirizzano verso le nostre coste il loro carico di morte e disperazione. La situazione è ormai vicina al collasso: Draghi deve intervenire al più presto”.

Ha detto in questi giorni di aver visto persone affette da problemi di salute diverse dal Covid, può farci un esempio?

“Tutti ben conosciamo, purtroppo, l'orrore delle carovane dei migranti che attraversano il deserto, ben prima di giungere alle coste libiche. Violenze, stupri, sopraffazioni, sfruttamenti di ogni sorta: in questo contesto niente è risparmiato alle vittime dei trafficanti. Questo è, purtroppo, il risultato della politica dei 'porti aperti' del governo Cinque Stelle-Pd a cui oggi, come Lega, cerchiamo di porre un argine. Anche perché, oltre ai problemi di sicurezza nazionale e di contrasto alla clandestinità, la saturazione degli hotspot rischia di diventare una vera e propria bomba a orologeria dal punto di vista sanitario. E non parlo soltanto di Covid, ma di tutti gli altri rischi sanitari come la tubercolosi, la scabbia e il disagio mentale che, insieme ad altre cicatrici, visibili e non, le vittime dei trafficanti si portano addosso come mi ha confermato chi opera all'interno dell'hotspot”.

Il personale delle Forze dell'ordine e sanitario è sufficiente per gestire questa situazione?

“Lo sarebbe, se ci fosse ancora al Viminale Matteo Salvini che con la sua straordinaria volontà politica non solo aveva stroncato gli sbarchi, evitando migliaia e migliaia di vittime innocenti, ma soprattutto aveva rafforzato l'intero apparato di controllo delle frontiere. Oggi, purtroppo, tutto il lavoro da lui fatto è stato smantellato, ma non voglio fare polemica. Anzi, ci tengo a ringraziare nuovamente le forze dell'ordine per i sacrifici impensabili che stanno mettendo in pratica per riuscire a gestire una situazione ingestibile. Sbaglia il sindaco di Lampedusa a prendersela con loro, accusandoli di aver allentato la vigilanza in occasione della mia visita. Poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti della Guardia Costiera, personale sanitario: a Lampedusa tutti stanno facendo il possibile e l'impossibile, con intelligenza, energia e professionalità, per evitare che la situazione sfugga dal controllo. Ma, ripeto, siamo quasi al collasso”.

Ha avuto modo di raccogliere anche il malumore dei cittadini, cosa le hanno detto?

“La preoccupazione è forte. Non solo per la presenza reale, fisica, di un numero così ingente di immigrati, ma soprattutto per i problemi che non vengono affrontati da un'amministrazione comunale che sembra interessarsi solo dei migranti senza risolvere i problemi reali, quotidiani, dei lampedusani. Molti temono che questo disinteresse da parte del sindaco Martello e della sua maggioranza, unitamente al messaggio devastante dato dalle immagini dei continui sbarchi, provochi un danno d'immagine per la stagione turistica che quest'anno più che mai rappresenta un’occasione di rilancio da non perdere, dopo la grave crisi pandemica. Anche per questo, il governo deve intervenire al più presto: non possiamo lasciare soli i lampedusani”.

Di cosa ha bisogno Lampedusa?

“Sicurezza, lavoro, turismo, attenzione. Sicurezza costiera, con l'adozione di una politica di contrasto alle rotte dei trafficanti che devono essere scoraggiate dal far rotta sulla nostra isola più meridionale. Se davvero non si può replicare, con questo anomalo governo di unità nazionale, l'esperienza virtuosa dell'epoca Salvini, almeno si tuteli Lampedusa dal rischio di diventare un centro d'accoglienza a cielo aperto. E poi lavoro e turismo, con una campagna di informazione sia in Italia sia all'estero che valorizzi le straordinarie potenzialità ambientali e culturali di questa meravigliosa isola. Ultimo ma non meno importante, l'Isola ha bisogno di un sindaco che garantisca ai propri cittadini i servizi essenziali”.

Cosa chiederà oggi al ministero Lamorgese in audizione bicamerale Schengen?

“A me non interessano le polemiche, quindi mi limiterò a riportare la drammaticità dei fatti, spiegando cosa ho rilevato e quali azioni, sulla base della mia esperienza e delle segnalazioni pervenute da chi opera dentro e fuori il centro di accoglienza, potrebbero essere utili a migliorare la situazione. Chiederò soluzioni: soluzioni concrete, in tempi certi”.

Che risposte si aspetta?

“Nonostante tutto ciò che è accaduto in questi anni, nonostante il processo che vede Matteo Salvini imputato con la grottesca accusa di aver difeso i confini nazionali, io voglio ostinarmi a credere che la difesa dei lampedusani e dei cittadini italiani debba essere una priorità non solo per la Lega, ma per tutti i partiti e per tutti i rappresentanti del governo. Quindi, voglio ostinarmi a credere che l'attuale Ministro dell'Interno vorrà affrontare la situazione per quella che è: un'emergenza. E che vorrà offrire soluzioni con lo stesso zelo di quando a Natale prometteva controlli a tappeto su tutto il territorio nazionale”.

Perché l'Italia sta ricevendo dall'Europa così tanto silenzio in materia di ricollocamenti?

“Purtroppo l'esperienza del governo Conte bis ha coinciso con il più drammatico arretramento del peso politico dell'Italia nel mondo. Estromessi dalla Libia, marginalizzati nei Balcani, isolati nel corno d'Africa, inevitabilmente come la nostra influenza nel Mediterraneo si è ridotta, così anche la nostra capacità di negoziare in Europa. Mi auguro che ora un alto profilo come quello del premier Draghi possa invertire la rotta”.

Cosa si auspica per l'Italia nell'ambito dei suoi rapporti con l'Europa? Cosa potrebbe accadere a suo avviso?

“L'Italia non solo ha il diritto, ma soprattutto ha il dovere di agire come protagonista nello scenario mediterraneo ed europeo. Le due traiettorie vanno di pari passo, coerentemente con la nostra storia e con la geografia che ci assegna da sempre il ruolo di cerniera tra popoli e continenti. Questo destino noi possiamo continuare a subirlo passivamente, come sta accadendo a Lampedusa, oppure possiamo decidere di attivarci per governarlo, come è accaduto nella prima esperienza della Lega al Governo fino a metà 2019 e come spero torneremo a fare presto, se qualcuno dei nostri compagni di strada si deciderà ad aprire gli occhi sulla realtà”.

Secondo lei ci sono degli errori commessi dall'Italia nella gestione del fenomeno migratorio?

“Non basterebbe un'enciclopedia per elencare i singoli errori della sinistra in materia di immigrazione, tuttavia ne cito soltanto uno. Un equivoco di fondo, molto semplice: chi incoraggia gli sbarchi non fa gli interessi dei migranti, ma dei trafficanti. Gli stessi che poi investono i proventi del loro business in armi e droga.

Questo è, purtroppo, ciò che accade oltre il sipario delle belle parole”.

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