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"Rischio infiltrazioni sul confine sloveno". L’allarme di Matteo Piantedosi

Sospeso Schengen al confine sloveno e riattivazione dei controlli: per 10 giorni le frontiere tornano a essere presidiate contro il rischio di ingresso di terroristi

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Matteo Piantedosi è stato ospite a "Stasera Italia Weekend" (Rete4) e ha fatto il punto sui problemi legati alla sicurezza del nostro Paese in un momento così complesso a livello internazionale. Da oggi, sabato 21 ottobre, alle 14 è stato sospeso il patto di Schengen alla frontiera con la Slovenia e per i prossimi 10 giorni tutti i passaggi in entrata e in uscita potrebbero essere controllati. L'Italia è uno dei Paesi che ha deciso di rafforzare il filtro di passaggio sulle proprie frontiere per evitare l'ingresso di clandestini e radicalizza. È questa la frontiera che desta maggiori preoccupazioni, perché i controlli risultano più difficili rispetto agli arrivi dal mare.

"Alla nostra frontiera con la Slovenia abbiamo intercettato 7mila persone ma tante altre potrebbero essere passate in qualche modo. È una frontiera che riguarda un tipo di flusso che destava e desta maggiore preoccupazione", ha spiegato il titolare del Viminale, sottolineando che le maggiori preoccupazioni sono dovute alla difficoltà di "intercettare tutti" ma anche alla provenienza di questi flussi. Come ha ben spiegato il ministro, per quei Paesi di origine "qualche elemento di preoccupazione in più c'è". Piantedosi ha fatto l'esempio della Bosnia, "dove è noto che ci sono degli hub di coltivazione di fenomeni di radicalizzazione, di ospitalità di gruppi terroristici".

A questo, spiega il ministro, si aggiunge la preoccupazione per il fatto che i valichi di questa parte di frontiera "hanno tipologie di arrivi che fruiscono dell'esenzione del visto di ingresso in alcuni Paesi". Questa è una serie di elementi che, sottolinea Piantedosi, ha fatto sì che gli elementi di intelligence segnalassero quella frontiera come a rischio. L'allarme è alto in tutta Europa per il rischio terrorismo ma non esistono al momento rischi concreti e specifici nel merito. "Se guardiamo agli attentati in Francia e in Belgio e conosciamo la situazione del nostro Paese, l'unico elemento di preoccupazione è legato allo spontaneismo operativo, i cosiddetti lupi solitari che anche per vari motivi possono subire la fascinazione della radicalizzazione", prosegue il ministro.

Loro, aggiunge, possono dare luogo "a episodi non sempre collegati ad organizzazioni fuori dai nostri confini, ma che però possono rivelarsi altrettanto tragici".

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