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L'accusa choc dell'Ong all'Italia: "Migranti usati come moneta"

Amnesty International mette nel mirino il governo e critica la chiusura dei porti: "Voi siete collusi con la Libia"

L'accusa choc dell'Ong all'Italia: "Migranti usati come moneta"

Amnesty International ci definisce “collusi” e considera le politiche del governo italiano, e più segnatamente quelle messe in campo da Matteo Salvini, come “preoccupanti”. La chiusura dei porti e gli accordi con la guardia costiera libica sono per la Ong la prova che il Belpaese “usa le vite umane come moneta di scambio”. L’ultima accusa contro l’Italia sui migranti è contenuta nel rapporto di Amnesty Internazional intitolato "Tra il diavolo e il mare blu profondo. L'Europa fallisce su rifugiati e migranti nel Mediterraneo centrale”.

Secondo l’Ong le politiche di Salvini (e del resto dell’Europa) hanno avuto “l'impatto devastante” di provocare “oltre 721 morti in mare solo da giugno e luglio 2018". Scelte, come quella di consegnare 12 motovedette alla Marina di Tripoli, che hanno "lasciato persone bloccate in mare per giorni" e che finiscono col contenere “i rifugiati e migranti in Libia, dove sono esposti a torture e abusi".

A dire il vero, il governo italiano si è detto favorevole a consegnare alla Libia il controllo della sua zona Sar, ora riconosciuta anche dall’Oim. E lo rivendica. Certo, non tutti i centri di detenzione per migranti in Libia sono degni per far vivere chi cerca di salpare verso il Vecchio Continente, ma il Belpaese e l’Ue hanno più volte detto di voler lavorare anche in questo senso.

"Nonostante il calo del numero di persone che tentano di attraversare il Mediterraneo negli ultimi mesi – attacca Matteo de Bellis, ricercatore su asilo e migrazione per Amnesty International - il numero di morti in mare è aumentato. La responsabilità per il crescente numero di vittime è riconducibile ai governi europei che sono più preoccupati di tenere le persone lontane che a salvare vite umane". Ed è vero che “le politiche europee” hanno “autorizzato la Guardia costiera libica a intercettare le persone in mare” e “ostacolato il lavoro vitale” delle “eroiche ong”, ma è una scelta politica che un risultato lo ha portato: sono già 30mila i migranti in meno sbarcati in Italia rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

C'è poi il capitolo delle carceri libiche. Il numero di detenuti è più che raddoppiato negli ultimi mesi, da circa 4.400 a marzo a più di 10.000 (tra cui circa 2.000 donne e bambini) alla fine di luglio. "Praticamente tutti sono stati portati nei centri dopo essere stati intercettati in mare e riportati in Libia dalla guardia costiera libica, che è equipaggiata, addestrata e supportata dai governi europei", accusa Amnesty. "I governi europei sono collusi con le autorità libiche per bloccare rifugiati e migranti in Libia, nonostante gli orribili abusi che affrontano nelle mani della Guardia costiera libica e nei centri di detenzione in Libia. I piani per espandere questa politica di esternalizzazione in tutta la regione sono profondamente preoccupanti".

L'invettiva della Ong si rivolge poi direttamente al Viminale e al ministero dei Trasporti. L'Ong infatti critica il fatto che “l'Italia ha iniziato a negare l'ingresso nei suoi porti alle navi che trasportavano le persone salvate” e sostiene che "questa nuova politica" ha prodotto "ritardi non necessari nello sbarco hanno costretto le persone che necessitavano di assistenza urgente (tra cui feriti, donne incinte, sopravvissuti alla tortura, persone traumatizzate da naufragi e minori non accompagnati) a rimanere in mare per diversi giorni". Ma a smentire Amnesty ci ha pensato oggi Giuseppe Conte nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, quando ha ricordato che il governo “non ha mai messo in discussione il soccorso umanitario”. Anzi: “Abbiamo sempre assicurato la presenza delle nostre motovedette – ha spiegato il premier - la possibilità a trasbordare persone vulnerabili”.

L’impegno dell’Italia, però, non basta ad Amnesty International. "Rifiutando di permettere ai rifugiati e ai migranti di sbarcare nei suoi porti – attacca De Bellis - l'Italia usa le vite umane come moneta di scambio. Gente disperata è rimasta bloccata in mare con cibo, acqua e riparo insufficienti, mentre l'Italia cerca di aumentare la pressione politica per la condivisione delle responsabilità negli altri stati europei ".

E qual è la soluzione secondo Amnesty? "Investire in politiche che portano ordine nel sistema offrendo opportunità sicure di viaggiare in Europa sia per i rifugiati che per i migranti".

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