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La verità sull'affitto della casa: "Ecco quanto pagava la Trenta"

Secondo una relazione del Ministero della Difesa, la Trenta e il marito avrebbero pagato 140 euro mensili per l'affitto della casa di servizio, non 540 come dichiarato dall'ex ministro

La verità sull'affitto della casa: "Ecco quanto pagava la Trenta"

Ieri Elisabetta Trenta si è arresa e ha confermato che lei e il marito traslocheranno dall'appartamento di servizio. A convincerla sono state le pressioni esercitate dai vertici del Movimento 5 Stelle, che si erano da subito dichiarati estranei alla vicenda e l'avevano invitata a lasciare la casa, assegnatale in qualità di ministro della Difesa, durante il primo governo Conte.

E non sono bastate le spiegazioni della Trenta a convincere politici e opinione pubblica. L'ex ministro, infatti, sosteneva di essere rimasta nell'appartamento perché il marito, ufficiale dell'Esercito, aveva fatto richiesta per ottenerne uno dello stesso livello e gli era stato riassegnato quello. "È tutto regolare", sostenva la Trenta, che ha ribadito il concetto anche ieri, dopo aver informato sull'istanza di rinuncia all'alloggio, presentata dal marito.

Ma ora, nella relazione preparata al Ministero della Difesa, per rispondere alle interrogazioni dei parlamentari, spunta un'altra incongruenza, legata al prezzo dell'affitto. La Trenta, infatti, aveva dichiarato che l'alloggio di servizio costava a lei e al marito 540 euro al mese che, le aveva fatto notare la giornalista durante l'intervista, a Roma è il prezzo di una stanza per studenti. Ma il prezzo, che già era sembrato basso, sarebbe ulteriormente inferiore. Secondo la relazione della Difesa, riportata dal Corriere della Sera, la cifra sarebbe in realtà pari a 141,76 euro: "il canone mensile è di 141,76 euro mentre vengono versati 173,19 euro per l’utilizzo del mobilio".

Ora spetterà alle indagini, una amministrativa avviata dallo Stato maggiore e quella penale della procura, stabilire se la procedura seguita dai coniugi sia stata corretta. Infatti, sarebbero bastate pochi giorni per la riassegnazione dell'alloggio al maggiore dell'Esercito, dopo le dimissioni del governo Conte e la conseguente uscita della Trenta dal Ministero. La pratica, infatti, sarebbe stata chiusa ai primi di ottobre.

Il caso passa quindi ai magistrati, ma le frizioni nel Movimento 5 Stelle non sono passate inosservate: "Non sono stata trattata bene- ha dichiarato la Trenta- ma nei valori del M5S ci credo, non ho nessuna intenzione di lasciare il Movimento. Mi è dispiaciuto che, prima di parlare e giudicare, nessuno mi abbia chiamata per chiedermi come stanno le cose. La mia faccia è pulita, non smetterò di fare politica e di essere del Movimento.

Ma forse una pausa di riflessione me la prendo, non ho deciso nulla".

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