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Lega, Salvini sfida i giudici: "È una sentenza politica"

La Cassazione arma i pm di Genova: sequestrate i fondi ovunque siano. Ma il ministro: "Quei soldi non ci sono"

Lega, Salvini sfida i giudici: "È una sentenza politica"

La risposta alla Cassazione arriva in serata. Ed è un punto su cui Salvini sembra non voler tornare. Oggi i giudici hanno dato il via libera ai pm di Genova per estendere la "confisca diretta" di 49 milioni di euro alla Lega anche ad eventuali fondi affluiti "in un momento successivo alla data di esecuzione del decreto di sequestro del 4 settembre 2017" sui conti e depositi riferibili alla Lega Nord.

Tradotto: i soldi potranno essere cercati "ovunque e presso chiunque". È partita così la caccia grossa ai leghisti, che crescono nei sondaggi. La sentenza ha provocato la dura reazione del ministro dell'Interno. Che dagli studi di la7, dove era ospite della trasmissione In Onda, ha detto chiaramente che quella odierna è "una sentenza politica", fatta appositamente perché "cercano di metterci fuori legge e non ci stanno riuscendo".

Durante il lancio della trasmissione al Tg di la7, la "caccia" ai fondi della Lega è stata anche occasione per un piccolo siparietto tra Mentana e il vicepremier. "Possono sequestrarmi quello che vogliono - ha detto Salvini - Chi parla di soldi rubati viene querelato: ho tanti difetti ma non transigo sulla mia onestà. Se c'è giudice che vuole metter fuori legge un partito, auguri. Siamo sereni". E ancora: "Se ci sono fatti di dieci anni fa si pensi a persone che c'erano dieci anni fa". Perché non solo ora "quei soldi non ci sono", ma il segretario del Carroccio dice che lui i 49 milioni "non li ho mai visti". Insomma, si tratta di "un processo evidentemente politico che riguarda fatti di più di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto.

Gli posso portare i soldi dati dai pensionati domenica a Pontida per comprare magliette e cappellini e patatine fritte".

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