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Renzi non farà la prima mossa: braccio di ferro sull'Italicum

Renzi apre al cambiamento della legge elettorale: "Per me l’Italicum è una ottima legge ma se tutti pensano che si debba riaprire una discussione sulla legge elettorale, il Pd è pronto". Non si scopre sulle proposte. E per il centrodestra è solo un trucco

Renzi non farà la prima mossa: braccio di ferro sull'Italicum

Si è detto pronto a cambiare l'Italicum il premier Matteo Renzi. Lo ha ribadito venerdi sera, nel dibattito in tv sul referendum con l'ex presidente della Corte costituzionale, Gustavo Zagrebelsky. Anche se la considera un'ottima legge elettorale, il Pd è pronto a mettersi a sedere intorno a un tavolo e a discutere con le altre forze politiche. Ma niente nuove proposte, almeno in questa fase. Il motivo è presto detto: "Altrimenti fai come il carciofo, con gli altri che dicono solo no. Siamo disponibili veramente ad andare a vedere le carte e a confrontarci". Renzi dunque apre al confronto su eventuali modifiche alla legge elettorale. Ma non si spinge oltre. E il rischio che la sua sia solo una mossa elettorale (per vincere il referendum) è forte. Il Pd resta diviso sulla legge elettorale. La minoranza del partito democratico chiede a renzi di modificare l'Italicum. Gianni Cuperlo ha detto che è importante è che alle parole seguano gli atti". E dalla direzione del partito si aspetta "una proposta chiara del Pd sulla quale aprire un confronto a partire dal centrosinistra". Smentite, intanto, le le voci di una rottura: "Non voglio nessuna scissione e lavoro perché dopo questo referendum vi siano ancora le ragioni e la forza di un campo più largo di noi. Il premier dice che in due mesi ci giochiamo i prossimi vent'anni".

Il fermo no del centrodestra

"Renzi vuole giocarsi la carta della modifica dell’Italicum per tentare di rialzare la china in una partita, quella del referendum costituzionale, che lo sta vedendo soccombere senza possibilità di appello", ha scritto qualche giorno fa su Facebook Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Renzi, dunque, per puro opportunismo tattico vuole modificare quella stessa legge elettorale che ha più volte definito la migliore del mondo e per la quale ha imposto alla Camera dei deputati per ben tre volte la questione di fiducia, per la quale ha violentemente sostituito dieci commissari Pd contrari in Commissione Affari costituzionali a Montecitorio. Assurdo, ridicolo. Una mossa da disperato all’ultima spiaggia. Per quando ci riguarda - così come esplicitamente scritto nella mozione sulla legge elettorale presentata dal centrodestra unito a Montecitorio (mercoledì 21 settembre) e come ribadito nell’incontro di Milano tra Berlusconi, Salvini e Meloni - non accetteremo mai nessun confronto in merito alla legge elettorale prima del voto referendario del 4 dicembre. Prima la consultazione costituzionale, prima la vittoria del no, prima Renzi se ne va a casa, e solo dopo il Parlamento deciderà in totale autonomia come cambiare una legge elettorale, l’Italicum, sciagurata e a quel punto assolutamente inapplicabile".

Cosa vuole il Movimento 5 Stelle

"L'Italicum va cancellato tout court - hanno chiesto i deputati del M5S nella commissione Affari costituzionali della Camera - in quanto non è una legge migliorabile perché è antidemocratica e incostituzionale. Il governo Renzi sembra composto da un gruppo di dilettanti allo sbaraglio perché non è stato neanche in grado di scrivere una buona legge elettorale, dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta. Non ci piace l'Italicum, a prescindere dal fatto che possa farci vincere le elezioni o meno, perché a noi sta di più a cuore l'interesse dei cittadini, che devono essere adeguatamente rappresentati in parlamento sia alla Camera che al Senato". Il M5S vuole il ritorno al sistema proprorzionale senza alcun premio di maggioranza e le preferenze. Ma è forte il sospetto che la mossa dei pentastellati sia (in parte) un bluff. la propposta serve a marcare il territorio, ribadendo il no all'Italicum. Ma è difficile credere che vogliano un sistema che quasi sicuramente non garantirebbe la governabilità.

D'Alimonte: il ballottaggio deve restare

Interessante registrare l'opinione il professore Roberto D'Alimonte, tra gli ispiratori dell'Italicum. "La legge elettorale può essere modificata - osserva - anche col premio alla coalizione, si possono cambiare i capilista bloccati, ma non si deve cancellare il ballottaggio". Napolitano e altri chiedono l'abolizione del ballottaggio, ma Renzi spero che non lo conceda: sarebbe un grave errore perché non si favorisce la stabilità dei governi.

E un segno di debolezza evidente, sarebbe come rinnegare un progetto in cui ha investito la sua carriera".

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