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Legittima difesa, è scontro Berlusconi: "Inadeguata"

Il leader azzurro boccia il ddl del Pd: "Dà troppa discrezionalità ai giudici, non tutela i cittadini"

Legittima difesa, è scontro Berlusconi: "Inadeguata"

«Questa legge non è scritta per i cittadini onesti». È il severo giudizio di Silvio Berlusconi sul testo di riforma della legittima difesa che dopo il voto finale della Camera previsto per oggi passerà al vaglio del Senato. Una legge importante anche perché ha marcato in modo chiaro le distanze tra maggioranza ed opposizione. Sul tema della sicurezza Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia si sono ricompattati anche se il Carroccio coltiva le posizioni più aggressive sul tema. Tutto il centrodestra però condivide la necessità di legittimare la difesa in determinate circostanze di pericolo senza che il cittadino aggredito debba dimostrare che ci sia stata la necessità di difendersi davanti ai giudici, come spiega chiaramente Berlusconi. «Non siamo per la difesa fai da te ma chi è costretto ad usare un'arma per difendersi ha già vissuto un momento drammatico di paura e di pericolo - afferma il presidente di Fi - Non può essere sottoposto alla lunga e umiliante trafila di un procedimento giudiziario nel quale deve giustificare le sue azioni. Non si può invertire l'onere della prova, non si può chiedere alla vittima di dimostrare di essere una vittima». Dunque visto che «il testo finale non è certo adeguato al bisogno di sicurezza degli italiani» Berlusconi conferma che Fi oggi voterà contro. Tuttavia l'azzurra Mariastella Gelmini riconosce che il testo rappresenta un miglioramento rispetto alle norme vigenti, molte delle proposte emendative di Fi sono state accolte, e dunque auspica che si possano apportare le necessarie correzioni in Senato. «Manca - spiega la Gelmini - un chiaro riferimento alla proporzionalità». È stato proprio questo infatti il punto di rottura tra maggioranza ed opposizione, prima del quale sembra che Forza Italia fosse orientata a votare a favore del testo.

La Lega aveva presentato un emendamento, poi bocciato dal Pd, per introdurre la presunta proporzionalità, come spiega Ignazio La Russa. «In alcuni casi specifici ovvero se si viene aggrediti in casa con modalità violente il cittadino che si è difeso non deve essere sottoposto al giudizio del magistrato - spiega La Russa - Non può essere il magistrato a decidere la proporzionalità della reazione se sussistono quelle condizioni nelle quali appunto la difesa va considerata comunque legittima. Con la bocciatura di questo emendamento tutto il resto non conta, è fumo negli occhi. In sostanza non cambia nulla».

La legge prevede che la difesa sia legittima come «reazione ad un'aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione a seguito dell'introduzione nei luoghi» con «violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno». Ma si lascia «al giudice un margine per decidere e valutare quella condotta» come spiega il relatore del provvedimento, David Ermini, Pd, che liquida le critiche di Berlusconi definendole «generiche» e accusa Forza Italia di «volersi sottrarre a qualsiasi responsabilità politica dicendo no ad una buona riforma». Per Ermini è necessario sì «rafforzare i diritti di chi si difende se subisce un furto o una violazione della propria casa» ma occorre lasciare «al giudice un margine per decidere e valutare quella condotta». La proposta bocciata del Carroccio viene definita da Ermini «una follia leghista» che punta a «stravolgere il codice penale».

Pronta la replica della leader di Fdi, Giorgia Meloni. «Il Pd tra l'attenzione alle vittime e quella ai carnefici preferisce la seconda - attacca la Meloni - Semmai gli italiani ci daranno la possibilità di governare questa nazione noi ribadiremo che la difesa è sempre legittima».

Tra le novità della legge si dispone l'obbligo per lo Stato di pagare le spese processuali se la persona imputata viene dichiarata «non punibile per aver commesso il fatto».

Ovvero, se gli viene riconosciuta la legittima difesa.

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