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La linea dura di Fdi e Lega "Urne subito se no in piazza"

Meloni: al voto in marzo o mobilitiamo gli italiani. Giorgetti (che sostituisce Salvini): una legge vale l'altra

La linea dura di Fdi e Lega "Urne subito se no in piazza"

Legge elettorale subito, e poi tutti al voto. La posizione messa sul tavolo con il capo dello Stato Sergio Mattarella da Fdi e Lega nella seconda giornata di consultazioni è netta, oltre che piuttosto distante dalla prudenza ostentata, sempre ieri, da buona parte dei peones.

Nessun margine, come ha spiegato Giorgia Meloni, perché Fdi (e così la Lega) sostengano «il quarto governo consecutivo senza elezioni». Il prossimo esecutivo dovrà avere una scadenza - breve tra l'altro - aggiunge la leader di Fratelli d'Italia: «Nuova legge elettorale e voto al più tardi entro marzo. Per noi - spiega - il nuovo governo deve avere una data certa, altrimenti chiameremo gli italiani alla mobilitazione». In ballo, se le cose andranno in stallo, una manifestazione già preconvocata per il 22 gennaio. Insomma, riassume Meloni, nel faccia a faccia con il presidente della Repubblica Fdi ha spiegato a Mattarella come «l'unico modo per rispettare quanto ampiamente raccontato con il voto di domenica dai cittadini italiani sia mettere l'Italia nella condizione di avere nel minore tempo possibile un governo scelto dagli italiani, e non frutto dell'ennesimo gioco di palazzo».

C'è spazio per una stilettata a Renzi. È dell'ex premier «la chiara responsabilità di questa situazione», attacca Meloni, per aver «ricattato» l'Italia «con una legge elettorale che consentiva di andare a votare solamente nel caso avesse vinto il Sì al referendum». Quanto al nome del prossimo premier, la presidente di Fdi non si appassiona al gioco: «Non ci interessa chi si siederà a Palazzo Chigi, ci interessa che abbia un orizzonte chiaro». Ossia quello della nuova legge elettorale, per poi togliere il disturbo e lasciare la parola alle urne e agli italiani.

La posizione di Fratelli d'Italia, tra l'altro, è la prima pietra verso una scelta unitaria del centrodestra, secondo Giorgia Meloni, che lasciando il Quirinale ribadisce come «la nostra è una posizione concordata con il centrodestra». «Vogliamo incontrarci per fare una legge elettorale condivisa, ci riuniremo in un tavolo del centrodestra nelle prossime ore», dice ancora la presidente Fdi: «Sulla legge elettorale mi pare ci sia accordo con la Lega e anche con Forza Italia. È un primo passo per arrivare a una proposta unica, che tra le altre cose prevede l'introduzione delle primarie per legge come richiesto in particolare da Fi, alla maggioranza e al partito democratico».

E in effetti le posizioni espresse in serata dalla Lega sono sulla stessa linea. «Vogliamo votare. A nostro giudizio si deve andare al voto il prima possibile», riassume al termine delle consultazioni con il Carroccio Gian Marco Centinaio, salito al Colle con il vicesegretario Giancarlo Giorgetti per l'assenza di Matteo Salvini, dovuta a motivi familiari. Anche per la Lega, insomma, bisogna rispettare il popolo italiano che «domenica ha detto no a Renzi e ha detto che vuole votare subito», spiega Giorgetti. Non convinto affatto dell'ipotesi - non esclusa da M5S - di arrivare alle elezioni lasciando a Palazzo Chigi come premier lo stesso Renzi dimissionario. «È singolare che (i pentastellati, ndr) si augurino che resti. Noi leggiamo nel voto al referendum il desiderio del popolo che Renzi si ritiri, almeno temporaneamente, da quella responsabilità». Quanto al merito della legge elettorale, il Carroccio non si sbilancia. «A noi non interessa la legge elettorale - commenta Centinaio - ma interessa che si vada al voto.

Il prima possibile».

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