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Mattarella stoppa il premier telecomandato da Napolitano

Con il no alla consulenza governativa a Carrai, il presidente blocca per la terza volta Renzi, ancora legato a Re Giorgio

Mattarella stoppa il premier telecomandato da Napolitano

Il presidente della Repubblica da un anno è Sergio Mattarella, ma talvolta pare che il Quirinale abbia due inquilini. L'altro è Giorgio Napolitano, il predecessore, il capo dello Stato emerito, il vero interlocutore dei poteri forti. Prima di recarsi in visita alla cancelliera Angela Merkel, giovedì scorso il premier Matteo Renzi ha incontrato proprio Napolitano per chiedergli consiglio e trarre qualche ispirazione in vista di un vertice difficile. L'esito, tutto sommato non troppo umiliante per l'Italia, fa pensare che i suggerimenti ricevuti si siano rivelati fruttuosi.Si comprende bene che un personaggio ipercomunicativo e ipertrofico come Renzi si sia già tediato del silenzioso contegno di Mattarella. Una noia mista a rimpianto perché la distanza che il Quirinale mantiene rispetto all'agone politico non equivale allo svolgimento del ruolo di pedissequo vidimatore delle produzioni legislative di Palazzo Chigi nel quale il presidente del Consiglio vorrebbe circoscriverlo. Mattarella nell'arco di un mese ha, infatti, stoppato per ben tre volte le intemerate di Palazzo Chigi mostrando un carattere che l'opinione pubblica non ha avuto modo di apprezzare fino in fondo.Proprio giovedì scorso, infatti, il presidente della Repubblica ha evitato che l'amico fraterno di Renzi nonché suo alter ego per i rapporti con il mondo finanziario, Marco Carrai, venisse nominato a capo dell'Agenzia nazionale per la cybersecurity o comunque che svolgesse un ruolo consulenziale di primo piano nella definizione delle politiche di contrasto al crimine digitale. Troppo stretto il legame tra il premier e l'amico per avallare una designazione sospettabile di conflitto di interessi oltre al fatto che di informatica Carrai non s'è mai occupato. In questo modo Mattarella, da vero capo dello stato, s'è dimostrato sensibile anche ai rilievi dell'opposizione parlamentare (Forza Italia in primis) che aveva subito criticato le intenzioni di Palazzo Chigi.Due precedenti ravvicinati, tuttavia, avevano fatto comprendere come l'inquilino del Quirinale non potesse essere liquidato come semplice «notaio». La scorsa settimana proprio dal Colle erano trapelate alcune perplessità sull'impianto costituzionale del ddl sulle unioni civili, ora in Aula al Senato. Un altolà che ha determinato numerosi ripensamenti e che sicuramente peserà al momento di determinare eventuali equiparazioni fra famiglia naturale e «formazioni sociali». Non meno clamore aveva suscitato la scelta di ricevere il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, proprio mentre il premier stava delegittimando Via Nazionale affidando la gestione degli arbitrati per i risparmiatori delle quattro banche «salvate» all'Authority anticorruzione. Fu proprio Mattarella a impedire che Visco rimettesse il proprio mandato dopo le pesanti accuse formulate dal premier.Eppure Renzi avrebbe tutto da guadagnare a mantenere un buon rapporto con il Quirinale. Mattarella, infatti, è stato sempre fortemente critico nei suoi interventi riguardanti l'Unione europea denunciando tanto la sospensione del Trattato di Schengen quanto le politiche di austerity.

Tutto il contrario di Giorgio Napolitano che, oltre ad aver fatto dell'ingerenza la cifra del suo agire, ha sempre difeso a spada tratta l'impianto merkeliano dell'Europa affermando, non più tardi di una settimana fa, che bisogna liberarsi dallo «stereotipo di una Germania dominante».

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