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Meloni-Sunak, è intesa su tutto (e mezz'ora di black out sul Def)

La premier a Downing Street. Asse sui migranti: "D'accordo sul Ruanda". E il voto a Roma arriva durante il bilaterale.

Meloni-Sunak, è intesa su tutto (e mezz'ora di black out sul Def)

Londra. Quando Giorgia Meloni arriva a Downing Street, su Londra ha appena iniziato a battere una leggera pioggerellina. Come vuole il protocollo, la premier fa gli ultimi metri che la separano dalla residenza del primo ministro del Regno Unito a piedi da sola, con Rishi Sunak ad attenderla davanti all'ingresso. Una stretta di mano a favore di telecamere e fotografi, un breve saluto e i due spariscono dietro la porta nera del «Number 10». Sul tavolo del primo bilaterale tra i due leader entrambi quarantenni e conservatori ci sono diversi dossier, a partire dalla firma di un lungo memorandum d'intesa tra Italia e Gran Bretagna. Su cui, come un fulmine a ciel sereno, piomba la clamorosa bocciatura alla Camera della risoluzione che autorizza lo scostamento di bilancio per 2023 e 2024.

Se a Londra piove, a Roma è in corso un vero e proprio temporale. Di cui Meloni, irraggiungibile perché impegnata nel bilaterale con Sunak, viene avvertita circa mezz'ora dopo. Con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, costretto ad aprire un canale direttamente con lo staff della premier a Downing Street. E con una Meloni furibonda, che prima si mette in contatto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e poi scrive un messaggio eloquente nella chat dei parlamentari di Fdi: «Non ho parole».

Quello che è appena accaduto a Montecitorio, infatti, è senza precedenti, al punto che non è chiaro quali siano i passi necessari per evitare scossoni sul Def. Inutile dire che la premier non accoglie per nulla bene la notizia, ben consapevole che oltre al danno interno (le polemiche italiane e la gigantesca figuraccia), c'è anche quello esterno (con la trasferta di Londra «sporcata» dallo scivolone alla Camera). Non a caso, quando esce dal «Number 10», i cronisti presenti le chiedono conto proprio della bocciatura della risoluzione sullo scostamento di bilancio. «Presidente la maggioranza è andata sotto sul Def, anticipa il rientro a Roma?». Meloni va via senza rispondere. Poi, rientrando in albergo qualche ora dopo - forse perché non riteneva opportuno parlare davanti a Downing Street, forse perché in Italia la polemica rischia di andare fuori controllo sceglie di metterci la faccia. La bocciatura del Def, dice, «è stato un brutto scivolone, una brutta figura, ma non un segnale politico». Parla anche del Pnrr, la premier. E spiega che l'Italia «spenderà i soldi nel migliore dei modi» perché «il nostro obiettivo è utilizzare tutte le risorse». Infine il fronte mercati, anche perché proprio oggi - durante un evento all'ambasciata italiana - Meloni incontrerà, tra gli altri, anche alcuni operatori e investitori finanziari. «Sono i fatti - spiega - a dover rassicurare i mercati». E, aggiunge, «questo governo ha lavorato con estrema serietà», tanto che «i fatti dicono che i nostri fondamentali vanno meglio di nazioni considerate più solide della nostra».

La presidente del Consiglio - che ieri è andata anche in visita privata a Westminster, accompagnata da Sunak - fa poi il punto del bilaterale. «Tra di noi c'è ottimo feeling e una voglia di lavorare insieme su molti fronti», spiega sottolineando l'importanza del Memorandum d'intesa di 15 pagine appena sottoscritto. Un documento che guarda al rafforzamento della collaborazione nell'ambito della politica estera, della sicurezza globale e dalla difesa, dei cambiamenti climatici, dell'energia e dell'ambiente, della politica economica e dell'innovazione. E che dedica un capitolo a parte all'allarme sulle migrazioni, fronte su cui Italia e Regno Unito sono in grandissima sintonia (anche con l'obiettivo di arginare sul tema l'asse franco-tedesco). Al punto che Meloni non esita a dire di essere «assolutamente d'accordo con il lavoro Sunak» sul fronte migranti, «anche sul Ruanda». «Condivido», aggiunge, «la linea del primo ministro britannico» anche sulla politica del Regno Unito che prevede un ricollocamento in Ruanda dei migranti in attesa di verifica della domanda di asilo (iniziativa su cui ha manifestato dubbi anche la Corte europea dei diritti dell'uomo).

Oggi, la seconda giornata della visita londinese.

Che, in forma privata, dovrebbe prolungarsi fino a domenica sera, con Meloni che passerà il week end a Londra in compagnia del compagno e della figlia Ginevra.

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