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Mirafiori finisce in cassa integrazione

Stop a marzo. Meloni: "Interessati a investimento che crei lavoro. Da Tavares parole bizzarre"

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Lo scontro tra Stellantis e governo sui sussidi a beneficio dell'auto elettrica, che ha visto l'ad Carlos Tavares gettare ombre sul futuro di Mirafiori e Pomigliano, sale ai piani più alti. E mentre a Mirafiori scatta la cassa integrazione, in campo scendono la premier Giorgia Meloni, da Tokyo, e il presidente di Stellantis, John Elkann. Al centro delle tensioni l'impegno del gruppo in Italia e la valorizzazione delle produzioni nazionali. «Siamo interessati a ogni forma di investimento - ha osservato la premier - che possa produrre lavoro, ma ritengo che l'ad di una grande società sappia che gli incentivi di un governo non possono essere rivolti a un'azienda particolare». Meloni ha quindi ricordato che l'Italia «ha appena investito circa 1 miliardo sugli ecoincentivi e, quindi, mi è parso che quello che ho letto sui giornali sia abbastanza bizzarro». «Siamo sempre disposti e aperti - il suo messaggio - se poi si ritiene che produrre in altre nazioni con costi inferiori sia meglio, non posso dire niente, ma non mi si dica che l'auto prodotta è italiana e non la si venda come tale». A sua volta Elkann ha cercato di smorzare la polemica, precisando che «Stellantis è impegnata al Tavolo Automotive, promosso dal Mimit, che vede uniti il governo con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare, insieme, le sfide della transizione». Quindi, la rassicurazione: «La società è concentrata sull'esecuzione del piano strategico Dare Forward e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati, per rafforzare la sua attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l'Italia». Un cenno, infine, ai boatos su possibili nozze Stellantis-Renault: «Nessun piano è allo studio con altri costruttori».

Dalle parole ai fatti: la situazione a Mirafiori, lo storico polo industriale di Torino che Tavares ha indicato a rischio, si fa sempre più difficile. Il nuovo segnale arriva dalla cassa integrazione che a marzo riguarderà 2.260 lavoratori delle linee Maserati e 500 elettrica. Nel dettaglio, il provvedimento interesserà, dal 4 al 30 marzo, i 1.251 operai al lavoro sulla 500e e i 1.009 che si occupano di Maserati. L'attività, comunque, non si fermerà del tutto in quanto è previsto un turno comandato.

Viene così confermata l'urgenza che Stellantis assegni a Mirafiori un altro modello di «largo consumo» da affiancare alla 500e, il cui listino senza incentivi non è di certo popolare, ma anche di rinforzare la gamma Maserati, anticipando i lanci. A Tavares i sindacati chiedono di dare priorità al futuro di Mirafiori che, con Pomigliano (guarda caso), attende ancora di conoscere i piani di rilancio. Usciti di scena i modelli Maserati più datati, per buona parte del 2024 i volumi dovranno infatti reggersi su 500e, tra l'altro in frenata, e le due sportive del Tridente.

Ferdinando Uliano (Fim): «Sono troppo avanti nel tempo le novità previste, tra erede di Levante nel '27 e di Quattroporte nel '28», tra l'altro solo elettriche.

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