Politica

Nel ricordo di Nassiriya, padre Zanotelli choc: "I caduti non sono eroi"

Mattarella: "Sostegno ai nostri soldati". È bufera sulle parole del missionario

Nel ricordo di Nassiriya, padre Zanotelli choc: "I caduti non sono eroi"

Nel giorno in cui si celebrano le vittime di Nassiriya e tutti i caduti militari e civili nelle missioni internazionali arrivano le parole choc di padre Alex Zanotelli, il missionario pacifista che continua a scandalizzare con le sue dichiarazioni. Stavolta il sacerdote ci va giù pesante, mostrando di non portare alcun rispetto ai caduti: «I militari vittime dell'attentato a Nassiriya non andrebbero definiti martiri - ha detto ieri - in quanto noi eravamo lì per difendere con le armi il nostro petrolio: guardiamoci in faccia e diciamoci queste cose, anche se purtroppo in Italia sembra impossibile dirlo e costa una valanga di insulti, ma è questa la cruda verità. Cosa ci stanno a fare, ancora oggi, i soldati italiani in Irak, come del resto anche in Afghanistan?».

Dichiarazioni che hanno scatenato le ire di Giorgia Meloni (Fdi): «Chieda scusa alle famiglie dei nostri caduti, è il minimo che può fare». E il leader della Lega, Matteo Salvini, annuncia che scriverà in Vaticano: «È indegno di dirsi prete».

Ieri alla messa in ricordo dei caduti, alla chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, hanno partecipato centinaia di persone. «L'esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti: le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano»: è questo il messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto dedicare ieri ai caduti militari e civili nelle missioni di pace.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, rivolgendosi ai familiari ha specificato: «I vostri caduti sono stati operatori di pace e oggi li dobbiamo onorare perché sono stati operatori di pace in uniforme che hanno fatto il loro dovere con capacità, competenza e spirito di sacrificio».

Il cappellano militare, don Santo Marcianò, ha spiegato durante l'omelia che bisogna dare spazio «all'esempio» dei caduti e "alla testimonianza piuttosto che assecondare proposte ideologiche e polemiche, tese a cancellare il ricordo di chi ha servito la Patria fino a sacrificarsi per essa e per la libertà altrui».

Qualche altra polemica, in realtà, non è mancata. Proprio quella dei congiunti delle vittime dell'Afghanistan che chiedono maggiore attenzione. «Non ci sono vittime di serie A o di serie B - spiegano - A volte ci siamo sentiti abbandonati». Il riferimento va alla differenza tra «vittime del dovere e vittime del terrorismo», come spiega Concetta, sorella di Rosario Ponziano, caduto nella terra degli aquiloni il 15 ottobre 2009. «Le bare sono tutte uguali - racconta Gina, la madre di Rosario - Non esistono gradi o distinzione di fronte alla morte». Vincenzo Frasca, fratello di Mario, morto anche lui in Afghanistan e al quale è dedicata un'associazione, chiarisce: «Come sempre abbiamo detto vogliamo la medaglia d'oro al valore militare per tutti. Come ha detto il ministro, dal 1956 i caduti sono stati 186». Piero Chierotti, papà di Tiziano, deceduto nel 2012, spiega: «C'è sempre stata un po' questa diatriba, una discriminante nel senso che i caduti delle altre missioni sono messi un po' in disparte rispetto a quelli di Nassiriya. Non vogliamo fare polemica - prosegue -, ma solo far presente che i caduti sono tutti uguali».

Un concetto comunque espresso proprio dal ministro della Difesa che, ieri, ha voluto ricordare tutte le vittime senza distinzione e con grande rispetto per tutti.

Commenti