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Il nuovo vestito politico di Alfano ora fa il "trumpiano" ma di sinistra

"Trump? Apprezzo la sua svolta geopolitica. Mai con Salvini"

Il nuovo vestito politico di Alfano ora fa il "trumpiano" ma di sinistra

Roma - «La questione europea avrà un peso sempre maggiore nel determinare le linee di conflitto tra le forze politiche. Mi sento ideologicamente distante da chi grida al ritorno alla liretta e alla necessità di chiudere le frontiere». Angelino Alfano, parlando venerdì scorso a una conferenza nella sede del quotidiano Il Tempo, mette nel mirino il fronte «sovranista» di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Sul futuro del centrodestra in Italia, il titolare della Farnesina, che ha da poco annunciato l'imminente scioglimento di Ncd, ha le idee chiare: «Le nostre divergenze non sono componibili. Ci si potrebbe mettere d'accordo se si votasse tra dieci o dodici mesi, ma nel medio periodo le differenze verrebbero fuori di nuovo». Porte chiuse dunque a tutto l'universo che, da Raffaele Fitto fino a Gaetano Quagliariello passando per Altiero Matteoli e i big di Lega e Fratelli d'Italia, si è riunito il primo marzo a Roma per proporre primarie subito.

Il ministro degli Esteri, che sogna di ricostruire il fronte dei moderati tagliando fuori Salvini, fa l'occhiolino al neo-eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump: «Trump sta affrontando la politica estera nel modo giusto. La sua presidenza apre grandi opportunità per il futuro». Alfano guarda già al vertice europeo di Roma del prossimo 25 marzo. Il leader di Ncd ha anticipato le proposte che l'Italia metterà sul piatto per disegnare l'Europa che verrà. «È ora di rimettere mano alla politica di difesa comune. Le minacce più pesanti oggi vengono da Sud, non da Est come in passato. E quel fronte deve presidiarlo l'Europa». Per il ministro degli Esteri, è il momento di andare al di là della Nato, mettendo l'Ue al centro di una nuova strategia di sicurezza comune: «Quando Trump dice che la Nato è un po' vecchia, io sono d'accordo. Ho discusso con il segretario di Stato Rex Tillerson, che mi ha confermato l'intenzione degli Stati Uniti di rinsaldare il legame transatlantico, a dispetto dei pregiudizi scatenati durante la campagna elettorale».

Sull'Europa, ha una posizione più critica Mara Carfagna, deputata di Forza Italia. «Bisogna battersi per istituzioni comunitarie più snelle e focalizzate sui veri problemi dei cittadini, a cominciare da immigrazione e terrorismo. Dobbiamo dire basta alle invasioni insopportabili nella quotidianità delle persone, a cominciare dai regolamenti sui venditori ambulanti».

In Italia, secondo l'ex ministra per le Pari opportunità, ci sarebbe bisogno di un Trump. O meglio, «di qualcuno che non faccia filosofia e che ascolti i veri problemi delle persone, mettendo in campo politiche economiche diverse da quelle degli ultimi anni». I populismi non sono che «La risposta a un'Europa che così com'è non va e alle ingiustizie della globalizzazione.

Per tornare forza di governo, il centrodestra deve mettere in campo progetti chiari sul welfare e sulla lotta alla povertà, assieme a strategie per regolamentare l'immigrazione».

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