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Ora Carola non ha più freni: "Porterei altri migranti in Italia"

La capitana della Sea Watch querela e attacca Salvini: "Pericoloso e razzista". E poi invita alla disobbedienza civile

Ora Carola non ha più freni: "Porterei altri migranti in Italia"

Lo Spiegel la mette in copertina titolando "Capitano Europa". Repubblica la intervista in esclusiva spiegando "che cammina nella cucina a piedi scalzi" e "che indossa un vestito finalmente colorato". Al Guardian lei dice che rifarebbe tutto, attacca naturalmente Salvini e con malcelata modestia invita a non chiamarla eroina. Benvenuti nel teatro mediatico dell'assurdo, proscenio di un elogio spropositato a Carola Rackete, comandante della Sea Watch, a oggi indagata per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e per resistenza o violenza contro nave da guerra previsto dall'articolo 1100 del Codice della navigazione.

La 31enne tedesca, che ha violato l'alt delle forze dell'ordine, che ha urtato un mezzo della Finanza, che ha disobbedito a una legge italiana, che è rimasta per due settimane ferma in mare snobbando scientemente il porto di Tripoli, quello di Tunisi e puntando verso Lampedusa, che ha aperto un precedente molto pericoloso per le azioni di navi di ong che non fanno soccorso ma recupero di migranti a ridosso delle acque libiche, lei è la nuova icona del buonismo mondiale. Ancora meglio se attacca e querela un ministro della Repubblica Italiana. Non plus ultra, se quel ministro si chiama Salvini.

Per cui, fiato alle trombe. "Il suo modo di esprimersi non è rispettoso"; "Per un politico di alto livello non è appropriato"; "Salvini viola i diritti umani" (queste le dichiarazioni rese allo Spiegel). "Il tono che usa, e il modo con cui esprime le sue idee, è pericoloso", afferma invece a Repubblica, sciorinando l'equazione che piace tanto alla sinistra: la destra riporta alla luce il nazismo. E ancora: "La nostra politica è niente razzisti a bordo", quindi Salvini è un razzista. E poi, dulcis in fundo, l'istigazione all'emulazione: "Se in futuro dovessi recuperare dei naufraghi ancora una volta nella zona Search and Rescue libica, li porterò in Italia. Perché Lampedusa è il porto sicuro più vicino, lo dicono le leggi del mare”.

Punto. Le coordinate non contano, le miglia nemmeno, gli altri Stati figuriamoci, recuperare i migranti contempla solo una conseguenza: portarli in Italia. È la reazione pavloviana delle regine dell'accoglienza. In barba a ogni altra regola. Sì, ma l'ordinanza del gip non ha convalidato l'arresto, potrebbe obiettare qualcuno. Vero, anche se ex magistrati e addetti ai lavori hanno su diversi quotidiani già smontato la tesi che sta alla base di quell'ordinanza. Ma non importa. Quello che conta qui è che il messaggio è passato: Carola Rackete non ha commesso alcun reato. Carola Rackete ha salvato vite umane. Carola Rackete ha potuto disobbedire all'alt, urtare la nave della Finanza, violare le leggi nazionali perché ha salvato vite umane. Carola Rackete però è ancora indagata per quello che ha fatto. Ma comunque andrà a finire, per la sinistra sarà sempre un'eroina o una martire.

E ci sarà sempre una nuova Carola pronta a recuperare dei migranti e a portarli nel nostro Paese per assurgere ancora una volta a eroina o a martire.

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