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Ora i gilet gialli scaricano Di Maio: "Sta scivolando a sinistra"

Il leader di gilet gialli scarica Luigi Di Maio dopo la formazione del governo con il Partito Democratico. E lo avverte sugli effetti del cambio di linea sui migranti

Ora i gilet gialli scaricano Di Maio: "Sta scivolando a sinistra"

Ve lo ricordate il discusso incontro tra i vertici grillini e quelli dei gilet gialli? Tutto da dimenticare.

Luigi Di Maio, che con Alessandro Di Battista era uno dei due pentastellati presenti al summit dello scorso inverno, non sembra poter contare più sulle simpatie e sul sostegno dei movimentisti d'Oltralpe. E la sincronia tra le due forze "antisistema" è venuta meno. Certo non perché i transalpini abbiano cambiato visione del mondo. Semmai è avvenuto il contrario. Una delle figure più in vista dei gilet, Eric Drouet, lo aveva già fatto capire ad inizio anno. Ma era solo una delle opinioni. Adesso però è arrivata anche quella di Christophe Chalençon, capo riconosciuto, che ha spiegato come stanno le cose all'Adnkronos. I gilet gialli sono per un'opposizione senza sconti ad Emmanuel Macron, mentre il MoVimento 5 Stelle ha coadiuvato volentieri la nascita della "coalizione Ursula", di cui il presidente francese è parte. Ma il gilet ha esposto anche un'altra argomentazione.

"Se Di Maio non tiene la linea che ci ha illustrato a febbraio scorso per due ore - ha dichiarato l'esponente francese all'agenzia citata - , in particolare sul tema dei migranti, rischia di perdere consensi". Viene ancora usato il "se", ma il fatto che Di Maio adesso faccia parte di un governo formato in coalizione con il Partito Democratico può essere utile a sgombrare il campo dai dubbi. E Chalençon specifica meglio: "Sui migranti ci aveva detto che voleva impedire che la Francia e altri paesi europei continuassero a saccheggiare l'Africa e che era quindi necessario aiutare i paesi africani intervenendo localmente". "Se cambia linea e diventa 'l'amiconè di Macron penso Di Maio si debba preoccupare" . Le considerazioni ipotetiche vengono meno quando il vertice del movimento di protesta colloca la parabola del neo ministro degli Esteri: "Luigi Di Maio sta scivolando verso sinistra", ha sentenziato.

Sono termini decisamente diversi rispetto a quelli utilizzati da Chalençon nelle fasi in cui si era persino arrivati a parlare di una "alleanza organica".

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