Politica

Pensioni, flessibilità in uscita: il governo tratta con i sindacati

Partito il confronto tra governo e sindacati. Renzi. "Valutiamo interventi sull'anticipo pensionistico e sulle minime". Ma restano i vincoli di bilancio. Ecco le proposte sul tavolo

Un momento della manifestazione dei pensionati a Piazza del Popolo per protestare contro il governo Renzi a Roma
Un momento della manifestazione dei pensionati a Piazza del Popolo per protestare contro il governo Renzi a Roma

È partito il confronto tra governo e sindacati sulle pensioni e sull'introduzione della flessibilità in uscita. Elemento su cui il pressing di Cgil, Cisl e Uil è forte da mesi e che il governo ha assicurato di voler introdurre con la prossima legge di Stabilità. Le ricette possibili sono diverse. E certo nelle scelte pesa anche il monito del Fmi che chiede di "non compromettere la sostenibilità del sistema pensionistico". Il governo sta lavorando all'Ape, l'Anticipo pensionistico fino a tre anni con penalizzazioni differenti (e crescenti) a seconda delle situazioni (dal disoccupato alla "nonna con il nipotino"). Ma sul tavolo c'è anche la promessa (dal sapore prettamente elettorale) fatta da Matteo Renzi di aumentare le minime.

I leader di Cgil, Cisl e Uil si sono presentati all'appuntamento di oggi con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini. "Il governo intende esaminare le proposte in campo senza pregiudiziali - ha assicurato Poletti - quello di oggi è il primo incontro di una serie". Si parte dalla piattaforma unitaria varata a dicembre 2015 e sostenuta, da allora, con diverse mobilitazioni: al centro innanzitutto la richiesta di cambiare la legge Fornero e di mettere così fine alle "ingiustizie" che ha creato, introducendo maggiore flessibilità in uscita nella legge di Stabilità (che si chiamerà di Bilancio). "Non tocchiamo nessun tipo di pensione", ha promesso Renzi a Repubblica.it scongiurando le voci di interventi sulle pensioni di reversibilità. "La vera scommessa - ha spiegato - è capire se nell'ambito della Fornero possiamo dare a chi è rimasto un po' schiacciato tra incudine e martello un anticipo pensionistico per poter andare in pensione non come prima ma neanche in base all'esito della riforma". I tempi per valutare interventi sulle pensioni, anche su quelle minime che "sono troppo basse", ha aggiunto il premier, sono quelli della preparazione della legge di stabilità, ovvero "i prossimi 3-4 mesi".

Nei prossimi giorni il governo aprirà due tavoli distinti, uno sulla previdenza e uno sulle politiche del lavoro. "I vincoli di bilancio restano i nostri paletti", ha avvertito Poletti puntualizzando così il raggio di azione del governo sulle pensioni. Nella piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil chiedono di fare distinzioni tra lavori differenti, riconoscere la flessibilità nell'accesso alla pensione a partire dall'età minima di 62 anni per tutti e prevedere la pensione anticipata con 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, senza penalizzazioni. E di garantire pensioni dignitose ai giovani. Per quanto riguarda l'Ape, invece, l'intenzione del governo sarebbe di partire, per l'anno prossimo, con le prime classi di età 1951-53 e di non procedere con un taglio lineare, ma di prevedere penalizzazioni differenti a seconda che si tratti di un disoccupato o di chi legittimamente sceglie di uscire prima dal lavoro, come la nonna che decide di restare a casa con il nipotino citata nell'esempio più volte fatto dal governo stesso.

Il primo incontro si sarebbe concluso in "un clima positivo". Sia Carmelo Barbagallo (Uil) sia Annamaria Furlan (Cisl) parlano di "una partenza col piede giusto", sebbene si siano "fermati ai titoli" senza "entrare nel merito" della riforma. Nel confronto avviato oggi il tema dell'anticipo pensionistico, per esempio, non è stato nemmeno nominato. Si va molto a rilento, insomma. "Dopo molto tempo - ha evidenziato Susanna Camusso - il governo ha deciso di avviare un confronto di merito su pensioni e lavoro". Per il momento lo sciopero generale non è in agenda.

Ma la leader della Cgil ha avvertito subito: "Oggi si è aperto un confronto e quando avremo le risposte vedremo se saranno necessarie iniziative di lotta".

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