Guerra in Israele

"Proteggiamo la comunità ebraica"

Premier, ministri, intelligence e diplomatici: "gabinetto di guerra" sull'assalto di Hamas

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Israele è sotto attacco, la violenza di Hamas scuote il mondo occidentale e anche l'Italia prende le sue contromisure.

L'attenzione è alta soprattutto nella Capitale dove è stato rafforzato il dispositivo presso gli obiettivi sensibili legati alla comunità ebraica, l'ambasciata di Israele, il Ghetto, la Sinagoga, le linee aeree israeliane e le scuole.

Ieri si è svolta una riunione presieduta dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, con la partecipazione dei ministri degli Esteri Antonio Tajani, dell'Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto, del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, dei vertici dell'intelligence e l'ambasciatore Francesco Maria Talò, consigliere diplomatico del presidente Meloni per valutare le evoluzioni sia a livello diplomatico che di intelligence.

La presidente del Consiglio ha poi avuto una conversazione telefonica con il premier israeliano Benjamin Netanyahu in cui ha ribadito la piena solidarietà del governo italiano. «Il governo lavorerà con i partner internazionali per coordinare il sostegno. L'Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento» ha ribadito la premier che ha anche annunciato di aver aderito «con convinzione all'appello del Foglio», dal titolo «Israele siamo noi». «Il terrorismo non è mai giustificato e Israele ha il diritto di difendere se stesso e il suo popolo. Il sostegno del mio governo alla sicurezza di Israele è solidissimo».

Il Viminale ha allertato tutte le prefetture e ha disposto la convocazione del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. La valutazione in questa fase riguarda aeroporti e stazioni, per un possibile rafforzamento del dispositivo di allerta. Il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha inviato una circolare a tutte le questure d'Italia per la necessità di «rafforzare la sicurezza degli obiettivi» ritenuti sensibili di Israele e Palestina, presenti sul territorio italiano. La sicurezza potrà essere «statica o dinamica» a seconda della valutazione che sarà fatta dell'obiettivo.

Dal canto suo, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, lancia un appello rivolto in particolare alle forze politiche: «Io credo che su questo tema di vicinanza a Israele e di condanna per questa forma di barbara violenza dovremmo essere tutti uniti, maggioranza e opposizione, istituzioni e cittadini, senza alcuna eccezione. Mi auguro che sia veramente così, anche se non ne sono sicurissimo».

Il ministero degli Esteri, invece, come già nella giornata di sabato, ha attivato l'unità di crisi. I circa 18mila italiani presenti in Israele sono stati contattati, compresi i 250 che si trovano lì temporaneamente e i circa venti nella Striscia di Gaza. Come spiegato da Antonio Tajani ci si sta concentrando su coloro che non vivono stabilmente in Israele, «ma al momento non abbiamo notizie negative». «Noi condanniamo l'invasione e l'attacco portato avanti da Hamas contro Israele», che «ha diritto a esistere e difendersi». Concetti che il titolare della Farnesina ha espresso nella telefonata con l'omologo israeliano, Eli Cohen. «Egitto, Giordania e Arabia Saudita - sottolinea Tajani - possono avere certamente un ruolo importante di mediazione. Mercoledì è in programma il mio incontro con il presidente egiziano Al Sisi. Chiederò di evitare una escalation e di fare in modo che ci sia una de-escalation». Tajani ha parlato anche con l'omologo giordano Ayman Hsafadi: «Abbiamo condannato il barbaro attacco contro Israele. La de-escalation ed i corridoi umanitari per la liberazione dei prigionieri a Gaza sono stati al centro del colloquio.

La Giordania è un paese cruciale» ha detto.

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