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Referendum, i comitati del No: "Basta balletti, Renzi fissi la data"

Renzi: "Voglio che questa campagna elettorale sia la più tranquilla, la più pacata e civile possibile". Ma i comitati del No e le opposizioni lo mettono all'angolo

Referendum, i comitati del No: "Basta balletti, Renzi fissi la data"

"Voglio che questa campagna elettorale sia la più tranquilla, la più pacata e civile possibile". Da Cuneo, Matteo Renzi dice la sua sul referendum. Di pacato però c'è poco. Infatti, Massimo D'Alema ha tuonato: "Se perdesse il referendum magari Renzi sarebbe meno arrogante, il che gioverebbe a lui e al Paese. Non credo che ci sarebbe una crisi governo se vincesse il no. Il presidente del Consiglio non ha più ripetuto che nel caso si dimetterebbe, ha sottolineato che la legislatura continuerebbe fino al 2018 anche perché é evidente - sottolinea da Otto e mezzo su La7 - che con due diverse leggi elettorali non si può andare a votare. Per cui la vittoria del no è la migliore garanzia di durata della legislatura".

Intanto anche i comitati del No pressano e chiedono al governo di fissare la data del referendum senza ulteriore perdita di tempo.

In una nota si legge: "I cittadini italiani hanno infatti il diritto di sapere quando si voterà. Per contro il governo manifesta un deprecabile atteggiamento proprietario sulla data del referendum costituzionale. Per vero l'unica cosa certa è che il Presidente del Consiglio cambia opinione e argomenti sulla data del referendum a seconda di quello che considera più favorevole al governo stesso. Dopo avere puntato al plebiscito personale, Matteo Renzi deve aver compreso, o qualcuno gli ha fatto comprendere, che potrebbe non essere più così certa la sua vittoria al referendum. E da quel momento il governo ha tenuto un atteggiamento a dir poco ondivago e altalenante".

Il Comitato del No poi aggiunge: "Questo atteggiamento non è all'altezza di un Presidente del Consiglio che dovrebbe sempre mettere l'interesse del Paese avanti a tutto e considerare il diritto dei cittadini di votare in tempi ragionevoli: un principio democratico inderogabile. Se il problema è far approvare da un ramo del Parlamento la legge di stabilità, non dovrebbe essere difficile stabilire la data del referendum di concerto con i presidenti delle Camere portando in trasparenza un comportamento finora opaco e di parte. Del resto la legge dà al governo un periodo di tempo congruo (tra 50 e 70 giorni) per decidere la data del voto e quindi i tempi ci sono. La nostra richiesta è che finisca il balletto delle date, delle fughe di notizie alla stampa pilotate da Palazzo Chigi.

In poche parole che si decida la data del voto e lo si dica con chiarezza al Paese".

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