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Renzi attacca Lega-M5S: "Ora loro sono la casta. Non hanno più alibi"

L'ex segretario del Pd, Matteo Renzi, sull'incarico a Conte: "Prepariamo l'alternativa per quando falliranno". E sul partito: "Sorpreso dal tono dell'assemblea nazionale"

Renzi attacca Lega-M5S: "Ora loro sono la casta. Non hanno più alibi"

Dopo l'incarico conferito da Sergio Mattarella al Giuseppe Conte, anche Matteo Renzi dice la sua sul governo giallo-verde che verrà. "E alla fine, dopo 80 giorni, ci siamo. Nel tempo necessario a fare un celebre giro del mondo letterario, l'alleanza tra Lega e Beppe Grillo ha più modestamente scritto un contratto e partorito il governo delle larghe intese populiste", scrive l'ex segretario del Pd nella sua enews.

Per l'ex premier ora il Movimento Cinque Stelle e il Carroccio "non hanno più alibi". "Adesso loro diventano il potere, loro diventano l'establishment, loro diventano la casta - scrive - non hanno più scuse, non hanno più nessuno cui dare la colpa. È finito il tempo delle urla: tocca governare. Ne saranno capaci? Auguri e in bocca al lupo a tutti noi".

Evidente il sarcarmo. Ma Renzi promette battaglia in parlamento (chissà se nel Pd o, come scritto sul Giornale ieri, pensando ad un nuovo partito). "Noi faremo l'opposizione civile - dice - perché una democrazia ha bisogno anche dell'opposizione civile. E ci prepareremo al futuro. Che arriverà prima del previsto, ne sono convinto". E ancora: "Sarebbe estremamente facile per noi giocare sulle incoerenze che caratterizzano la nuova maggioranza - è il ragionamento dell'ex segretario - Ci hanno spesso rinfacciato le mie contraddizioni, a cominciare dal non aver abbandonato la politica dopo il referendum. Tutte cose alle quali ho risposto nel merito ma che i nostri avversari liquidavano con 'Noi siamo coerenti, voi nò. Da oggi non se lo possono più permettere. Perché devono governare l'Italia, non strillare su Facebook. E se cercate l'incoerenza, da oggi, la troverete davvero".

Per Renzi ora la sfida riguarda anche il Pd. Un partito che deve "attrezzarsi", ma "con calma, senza isterismi" e "senza rabbia". Il riferimento, ovviamente, è all'ultima assemblea nazionale dei dem, dove Martina è stato confermato reggente, le dimissioni di Renzi congelate, ma non sono mancati fischi e "buuu" indirizzati al presidente Orfini. "Sono rimasto molto sorpreso dal tono dell'assemblea nazionale del Pd di sabato - scrive l'ex segretario nella enews - mi era stato chiesto di rinunciare a parlare per dare un messaggio unito e coeso all'esterno. Ho evitato dunque di pronunciare il mio discorso e mi scuso con chi mi ha scritto in questi giorni criticandomi per aver rinunciato. E ciò nonostante le liturgie del Pd hanno mandato in onda in streaming l'ennesimo psicodramma incomprensibile agli addetti ai lavori, figuriamoci ai cittadini". Le risse, peer Renzi, devono terminare perché sono "sivisioni sul nulla". "Noi dobbiamo pensare a costruire un'opposizione degna di questo nome - conclude - e prepararci a costruire l'alternativa se loro falliranno, quando loro falliranno.

Al Governo, adesso, ci sono gli altri".

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