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Renzi: "Non stacco la spina al governo. Il Pd? Rischia di sparire"

Il leader di Italia Viva smentisce di voler staccare la spina al governo ("L'ho attaccata io") e si dice soddisfatto della manovra ("Vedo il bicchiere mezzo pieno"), ma avverte il Pd: "Sia forte, se no rischia di sparire come i socialisti francesi"

Renzi: "Non stacco la spina al governo. Il Pd? Rischia di sparire"

Un passo avanti e uno indieto. Dopo le minacce su quota 100 e il Vietnam annunciato in Parlamento sulla manovra, Matteo Renzi rinuncia per un attimo ai consueti toni battaglieri. In un'intervista al Corriere della Sera, il leader di Italia Viva smentisce di voler affossare il governo. "La spina l'ho attaccata io, perchè dovrei staccarla? Il rischio elezioni non esiste", assicura l'ex premier, anche perché "senza di noi questo governo non sarebbe mai nato". Dunque il Conte-bis "durerà fino al 2023". Arrivare a fine legislatura è fondamentale per Renzi, visto che nel 2022 si giocherà la partita del Quirinale. "Questo Parlamento eleggerà il successore di Mattarella", garantisce il senatore di Rignano, confermando così quanto promesso lo scorso week-end dal palco della Leopolda.

Tutto, secondo Renzi, fila liscio. Anche sulla manovra? Dice di sì. "La legge di Bilancio è la più importante legge dello Stato. Normale si discuta", a differenza di quanto accaduto nel 2018 "quando il Parlamento ha ricevuto un testo dal governo senza poter emendare alcunché". La manovra di quest'anno, invece? Renzi si ritiene soddisfatto. "Vediamo il bicchiere mezzo pieno", grazie al "blocco dell'aumento dell'Iva" e le "misure su famiglie e sanità", oltre ai "tre miliardi sul cuneo fiscale" che "sono un segnale sui salari". Ma non bastano. L'idea di Renzi è che "per cambiare le cose davvero" servano "20 miliardi sul cuneo fiscale come facemmo noi cinque anni fa: tre miliardi sono solo un piccolo acconto. Meglio di nulla". Poi tira una stoccata a Conte: "Ma il bicchiere è anche mezzo vuoto, lotteremo per riempirlo. Su partite Iva, sugar tax, tasse sulla casa riusciremo a raggiungere il risultato".

Se c'è ottimismo sui microbalzelli ("Vinceremo", la promessa di Renzi), su quota 100 l'ex segretario del Pd la vede dura: "Sarà più difficile, perché Lega e 5 Stelle voteranno insieme. Spendere 20 miliardi in tre anni per 150 mila persone - ribadisce - è un errore clamoroso". Poi è la volta di due messaggi, indirizzati rispettivamente a Zingaretti e Salvini. "Il Pd non deve arrabbiarsi" per la nascita di Italia Viva: se è forte, resisterà. Se non sarà forte, sarà ridimensionato come i socialisti francesi", la previsione di Renzi. Che, infine, sminuisce la portata delle elezioni in Umbria del 27 ottobre: "Una cosa sono le Regionali, una cosa saranno le Politiche.

Per le quali Salvini dovrà aspettare tre anni e mezzo", prima dell'ennesimo attacco al leader leghista: "Se non sa come ingannare il tempo gli suggerisco di passare in tribunale e denunciare il suo ex amico Savoini, così chiariremo finalmente il Russiagate".

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