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Renzi punge Pd e 5S: "Paura della commissione d'inchiesta sul Covid?"

Il leader di Italia Viva sembra sferzare dem e grillini: "Non vogliamo la presidenza. Ma perché tanti colleghi sono così preoccupati?"

Renzi punge Pd e 5S: "Paura della commissione d'inchiesta sul Covid?"

La trasparenza e la verità dovrebbero essere i pilastri dell'azione politica, specialmente nella gestione di momenti delicati per il Paese. La commissione d'inchiesta sugli acquisti e gli interventi nel corso dell'emergenza Coronavirus va proprio in questa direzione: fare chiarezza su quanto accaduto nel pieno dell'ondata Covid-19. Un'idea promossa da sempre da Matteo Renzi e portata avanti dal centrodestra. Proprio l'ex sindaco di Firenze ha lanciato una stoccata implicita alle attuali due opposizioni, senza citarle direttamente. Ma il messaggio è chiarissimo.

La stoccata di Renzi

Il leader di Italia Viva nella sua Enews ha trattato anche il tema della commissione d'inchiesta sul Coronavirus. In questi giorni a sinistra hanno molto ricamato sull'opportunismo del Terzo Polo per accaparrarsene la guida, ma è stato lo stesso Renzi a smentire la volontà di ottenere la presidenza della commissione in questione. "Anche perché ci sembra più giusto che alla presidenza vada chi era all'opposizione la scorsa legislatura", ha spiegato.

Una precisazione che però, subito dopo, ha aperto la strada a una forte stoccata. Nel mirino sono finiti "tanti colleghi degli altri partiti" e il riferimento potrebbe essere a Partito democratico (che più di tutti ha difeso l'operato di Roberto Speranza) e Movimento 5 Stelle (che esprimeva il primo ministro). "Perché sono così preoccupati?", si è chiesto Renzi. Che in conclusione ha sottolineato il ruolo importante per scavare nel passato e mettere in luce tutto ciò che deve essere vangato: "È giusto fare chiarezza su ciò che accadeva mentre morivano decine di migliaia di nostri connazionali. O no?".

La commissione d'inchiesta sul Covid

Anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera ha sottolineato la necessità di portare a galla i dettagli della gestione della crisi pandemica: "Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori". Ieri il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha posto l'accento sull'importanza di fare chiarezza "su quanto successo dal punto divista amministrativo".

Andare a vedere, ad esempio, cosa è stato fatto sugli acquisti. Ma non solo. Scovare gli errori e capire cosa non ha funzionato. L'ex presidente Giuseppe Conte e l'ex ministro Roberto Speranza sono chiamati a rispondere a sette domande ben precise: dal piano pandemico nazionale alla task-force, passando per la natura dei rapporti tra le autorità competenti dello Stato italiano, l'Oms e gli altri soggetti terzi. Una serie di lati da rendere meno oscuri e più limpidi. D'altronde la trasparenza non dovrebbe difettare ad alcun partito.

E dunque ci si aspetta che nessuno, in teoria, ponga un freno alla commissione d'inchiesta.

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