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Renzi dopo la strage di Dacca: "Dolore ma l'Italia non arretra"

Renzi in contatto con le nostre forze di intelligence: "Non arretriamo davanti alla follia. I nostri valori sono più forti"

Renzi dopo la strage di Dacca: "Dolore ma l'Italia non arretra"

I contatti tra Palazzo Chigi e la Farnesina sono continui. Matteo Renzi guarda le drammatiche immagini che arrivano da Dacca dove un commando di miliziani dell'Isis ha preso d'assalto un ristorante frequentato prevalentemente da stranieri. Quando la furia islamista si è scagliata contro gli occidentali, risparmiando "chi sapeva recitare il Corano", nell'Holey Artisan Bakery c'erano ben unidici italiani. Uno di loro è riuscito a fuggire, gli altri no. "I nostri valori - ha detto il premier - sono più forti delle loro follie".

"Oggi l'Italia tutta insieme unita dia un messaggio di dolore e compassione, ma abbiamo il dovere di rispondere con ancora più determinazione per la difesa dei nostri valori". In costante contatto con l'unità di crisi della Farnesina e i nostri servizi di intelligence, Renzi ha disdetti tutti gli appuntamenti della giornata per seguire da Palazzo Chigi l'evolversi della situazione. Al fianco del premier, per un faccia a faccia di oltre un'ora, c'è stato anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha contattato personalmente le famiglie degli italiani coinvolti nel massacro islamista. Poi Renzi ha tenuto una conferenza stampa per chiedere unità alle forze politiche: "Non abbiamo nessuna intenzione di darla vinta a chi vuole la distruzione dei nostri valori - ha aggiunto - l'Italia non arretra".

"I terroristi vogliono strappare la quotidianità della nostra vita, abbiamo il dovere di rispondere con alcora più decisione e determinazione i difesa dei nostri valori di cui siamo fieri". Da Renzi è quindi arrivato un appello a rispondere con una voce all'odio islamista (guarda il video).

"Noi siamo più forti e da questo punto di vita insieme agli altri paesi della comunità internazionale che sono stati colpiti, continueremo la nostra lotta perché tutti uniti possiamo affermare un'idea di civiltà che è diversa da quella che purtroppo abbiamo visto questa notte in Bangladesh".

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