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Roma, Alemanno assolto. "Un incubo durato sette anni"

In Cassazione cade l'accusa di corruzione per Mafia Capitale. Ora dovrà rispondere di traffico di influenze

Roma, Alemanno assolto. "Un incubo durato sette anni"

«Finisce un incubo durato 7 anni». Queste le prime parole dell'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo la lettura della sentenza in Cassazione che lo assolve dall'accusa di corruzione relativa ad una gara del 2011 sulla raccolta differenziata, nell'ambito del processo su Mafia Capitale. Confermata, invece, la sua responsabilità in relazione al reato di finanziamento illecito. Annullate, senza rinvio, tutte le accuse «per non aver commesso il fatto».

Alemanno era accusato di aver ricevuto denaro da Salvatore Buzzi, l'ex ras delle cooperative e dall'ex Nar Massimo Carminati, attraverso la sua fondazione Nuova Italia. Presente ieri in aula al momento della sentenza, l'ex primo cittadino era stato condannato in primo grado nel febbraio 2019 a 6 anni di reclusione, sentenza confermata in appello lo scorso 23 ottobre.

«Questa sentenza ridimensiona questa vicenda durata 7 anni commenta Alemanno -. Mi sono trovato mafioso, corrotto. Adesso non c'è più corruzione, non c'è più tutto quel fango che mi è stato tirato addosso. Per me finisce un incubo che obiettivamente poteva essere evitato. Adesso rimane solo un piccolo traffico di influenze che sarà la Corte di Appello a giudicare». La sesta sezione penale della Cassazione ha infatti deciso per Alemanno un nuovo procedimento - al fine della rideterminazione della pena - che riguarderà il reato di traffico di influenze riguardante lo sblocco dei pagamenti Eur Spa.

Un epilogo di questo genere non sembrava affatto scontato visto che ieri mattina il pg aveva chiesto, durante la requisitoria, di confermare la condanna a 6 anni e aveva anche sollecitato un nuovo processo di appello limitatamente alle pene accessorie dell'interdizione dai pubblici uffici.

Molti gli attestati di soddisfazione dal mondo della politica. Francesco Storace, che attaccava duramente Gianni Alemanno e Gianfranco Fini quando erano molto potenti, oggi si è dimostrato solidale per il suo calvario giudiziario, ricordando la loro pluriennale amicizia. «Gioie e liti scrive Storace su Facebook - e tante battaglie condotte assieme senza riuscire a combatterle tutte perché ci prendevamo a testate. Ma una vita assieme con Gianni Alemanno non la può offuscare nessun giudice. Tutti i gufi che volevano Alemanno in galera chiedano scusa. Io sono già felice così».

Anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri lo sostiene: «Questa sentenza ristabilisce una verità, ma chi risarcirà del danno subito Alemanno e la stessa Capitale d'Italia? Qualche accusatore dormirà sereno questa notte? Le accuse della procura sono state smantellate quasi tutte nel corso degli anni. Credo che adesso debba partire un'operazione di verità. Anche alla luce di quello che ha raccontato Palamara, che offre lo spunto per presentare puntuali denunce».

Sia Giorgia Meloni sia Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia si dichiarano felici: «Siamo sempre stati convinti della sua estraneità ai fatti». E Claudio Durigon, sottosegretario al Mef e coordinatore della Lega nel Lazio afferma che si tratta di «una buona notizia anche per Roma e la sua classe politica che sono stati dipinti con toni foschi».

Ma il più bel commento arriva da Silvia Cirocchi, compagna di Alemanno, indirizzato a Virginia Raggi, Danilo Toninelli e Alessandro di Battista: «Quando farete la targa ricordatevi che Alemanno ASSOLTO si scrive con due S.

Grazie».

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