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La solitudine del Quirinale: Cottarelli fugge in silenzio e pure i corazzieri si dileguano

Pomeriggio drammatico al Colle. L'incaricato lascia il palazzo senza rilasciare dichiarazioni

La solitudine del Quirinale: Cottarelli fugge in silenzio e pure i corazzieri si dileguano

Roma - Quanto reggerà ancora Sergio Mattarella? Nel giorno più nero del suo mandato, c'è chi fa pure questa domanda. Ma dal Quirinale assicurano: la barra è salda e il nocchiero esperto. Ma la solitudine del capo dello Stato ha raggiunto un punto imprevisto. Liquefatta qualsiasi maggioranza, tramontata qualunque speranza di traghettare il Paese fino a dopo l'estate. Così almeno sembrava. Caos alla vetrata, corazzieri che si allontanavano, giornalisti passati dall'attesa allo sconcerto, il portavoce assediato e sepolto da microfoni e telecamere mentre il premier incaricato Cottarelli usciva dalla porta posteriore, e una voce insistente: vista la situazione esplosiva, Mattarella starebbe meditando di ricambiare schema. Una sequenza di colpi di scena mai visti che per lo meno mandano per sempre in soffitta l'immagine di un Presidente della Repubblica «acqua cheta».

Insomma, comunque stiamo le cose, ci sono seri «problemi» pure con Cottarelli, che per tutto il giorno è sembrato a un passo dalla clamorosa rinuncia. Dal Quirinale si minimizza. «Il presidente incaricato ha semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista, nessuno ha parlato di rinuncia». Anzi, «si rivedranno stamattina per concludere». Anche il diretto interessato, Mani di forbice, l'economista con lo zainetto, in serata sostiene di non essere in difficoltà: «Bisogna lavorare per ultimare la squadra, non ci vorrà molto tempo».

E ci dev'essere del vero nelle parole di Cottarelli. Alcuni dei professori contattati infatti tentennano perché, come ha avvertito il capo dello Stato, chi accetta non potrà candidarsi alle prossime elezioni. Non solo. La legge Severino prevede che i ministri non possano accettare incarichi pubblici per un periodo di due anni. E visto che diversi di loro dovrebbero rinunciare a lavori di prestigio e ben remunerati, i dubbi sono comprensibili. Tanto più che nelle ultime ventiquattr'ore l'orizzonte temporale di un esecutivo Cottarelli, se mai riuscirà a partire, è passato da quattro-sei mesi a quattro settimane.

Ma la lista da completare non spiega tutto. Se davvero fosse soltanto questo il problema, se l'elenco non era pronto, perché Mattarella ha convocato ufficialmente l'incaricato per le 16,30 e non per un colloquio informale, come aveva fatto con Conte? Perché il Colle ha aperto la sala stampa nella Loggia alla Vetrata, se la partita non era chiusa? Perché Cottarelli è quasi scappato, senza passare davanti ai microfoni?

Qualcosa di importante allora dev'essere successo nel corso dell'incontro. Secondo qualcuno, Cottarelli avrebbe preso atto della difficoltà di un percorso tutto in salita e avrebbe chiesto a Mattarella di esonerarlo. Secondo altri i dubbi sono venuti al presidente: come si fa a traccheggiare per mesi, con lo spread che può arrivare a quota tremila? Meglio tagliare corto e andare al voto. Terza ipotesi, magari quella giusta: torna in pista il governo Lega-Cinque stelle, Cottarelli si accomodi.

C'è dunque grande confusione ai piani alti, e anche a quelli intermedi della politica, ma l'ultimo capitolo della saga non è stato ancora scritto.

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