Politica

Spot tv, gadget e propaganda web La campagna da 2 miliardi di dollari

La moglie di Bill ne ha spesi 1,3. A Donald più fondi dal popolo

Fausto Biloslavo

La conquista della Casa Bianca costa un fiume di denaro. Hillary Clinton e Donald Trump hanno speso oltre 2 miliardi di dollari per la campagna presidenziale. La moglie dell'ex presidente è in testa con 1,3 miliardi e il suo rivale si assesta sui 795 milioni di dollari.

Cifre da capogiro spese a man bassa sui media, soprattutto con gli spot elettorali. Anche in questo caso Clinton è in testa con 30,3 milioni di dollari a differenza di Trump che si ferma a 19,3 milioni. Il repubblicano ha puntato molto sulle frasi ad effetto per apparire comunque in tv senza pagare un soldo. L'ariete elettorale è comunque rappresentato dai cosiddetti spot in negativo, che mettono in cattiva luce l'avversario. Clinton ha centrato nel segno utilizzando le frasi urlate da Trump con bambini diversi che le ascoltano impauriti davanti alla tv. Gli spot in «positivo» celebrano le doti di governo della candidata democratica ed un futuro radioso e moderato per l'America, un po' mieloso. I repubblicani hanno puntato su uno spot contro Clinton, che vuole ridurre i permessi per le armi. Si vede una donna in camera da letto, che sente rumori in casa nella notte e non può difendersi perché non ha una pistola. La propaganda pro Trump mostra le smorfie più brutte di Hillary con immagini e sottotitoli devastanti come «classe media a pezzi», «aumento dei prezzi e delle tasse». Alla fine salta fuori il candidato repubblicano che promette nuovi posti di lavoro, economia in crescita stellare e si conclude con le parole d'ordine «make America great again (fai l'America grande di nuovo)».

I democratici sono una macchina da guerra nella raccolta fondi, ma in realtà è Trump che ha incassato per le spese elettorali il maggior numero di versamenti sotto i 200 dollari della gente comune. Ben il 27% delle donazioni sono «popolari» rispetto al 16% di Clinton, che può contare su grandi finanziatori come il discusso George Soros con 11,8 milioni di dollari. In testa per l'elezione della possibile prima donna presidente ci sono i 21,8 milioni di dollari di S. Donald Sussman, finanziere e filantropo con interessi in Cina. Sua moglie, Chellie Pingree, che ha annunciato la separazione un anno fa, è una rappresentante democratica al Congresso.

Il principale finanziatore della sua campagna elettorale è lo stesso Trump con 56,1 milioni di dollari. Solo negli ultimi mesi sono arrivati nuovi e danarosi fan come Sheldon & Miriam Adelson con 10,5 milioni. Gary Adelsohn, da sempre uno dei principali sostenitori dei repubblicani, è il magnate dei casinò di Las Vegas con un patrimonio di 32,2 miliardi di dollari secondo la rivista Forbes.

Clinton ha speso un sacco di soldi nella campagna in Arizona, uno stato tipicamente repubblicano e appoggiato a suon di dollari i candidati democratici per il Senato in Nevada, New Hampshire, Nord Carolina e Pensylvania. Nella raccolta fondi la città più bipartisan degli Stati Uniti è Buffalo, dove sono stati donati quasi mezzo milione di dollari divisi a metà fra candidato repubblicano e democratico. Clinton è stata accusata di aver incassato fondi da discussi personaggi islamici ed uno scandalo di soldi che stavano arrivando dalla Cina ha sfiorato Trump. Negli ultimi giorni prima del voto, è trapelata la notizia, che i seguaci del predicatore turco Fethullah Gulen avevano versato fino a mezzo milioni di dollari, fin dal 2014, per la futura campagna presidenziale della candidata democratica. Gulen, riparato negli Usa, è al centro di un braccio di ferro con Ankara, che chiede la sua estradizione con l'accusa di aver fomentato il fallito colpo di stato del 15 luglio.

Clinton ha speso milioni di dollari in eventi, produzioni ad hoc per le tv, propaganda in rete e ben poco nei gadget.

Trump, al contrario, ha investito 2 milioni di dollari in magliette, tazze con il suo faccione ed immancabili cappellini per conquistare la Casa Bianca.

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