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La strategia di Berlusconi e quella visita a Mattarella

Tra incontri e cortei, il Cavaliere lavora per un governo di centrodestra: "Noi spina nel fianco dei gialloverdi"

La strategia di Berlusconi e quella visita a Mattarella

La notizia doveva rimanere riservata ma l'AdnKronos la spara a fine pomeriggio: Silvio Berlusconi (nella foto) ha incontrato Sergio Mattarella, prima del congresso dei giovani azzurri dell'11 novembre. Il colloquio è stato chiesto dal leader di Forza Italia, per parlare al capo dello Stato della sua preoccupazione per il Paese, per i danni che questo governo sta provocando soprattutto con la manovra economica e con le tensioni con l'Europa. L'avrebbe accompagnato Gianni Letta.

Fonti parlamentari azzurre confermano che l'ex premier avrebbe espresso il malessere delle categorie produttive del Nord come dei cittadini del Sud e avrebbe parlato della sua convinzione che le contraddizioni tra Lega e M5s presto esploderanno. Lo dimostrerebbero le continue tensioni tra i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, come sul dl sicurezza, sintomi di un logoramento che porterà presto alla fine del governo gialloverde.

Dal Quirinale si fa filtrare una conferma e una precisazione: l'incontro c'è stato ma non si sarebbe parlato di scenari futuri di governo, di crisi o di legislatura. In realtà, risulta che il Cavaliere abbia spiegato a Mattarella che il centrodestra che ha vinto le elezioni, in caso di caduta dell'esecutivo Conte, potrebbe trovare in Parlamento una maggioranza e prendere il suo posto.

Su una cosa Berlusconi e Mattarella sarebbero d'accordo: per il Paese non sarebbe bene tornare alle urne. Ma il Cav è convinto e l'ha detto più volte, che Lega, Fi e Fdi uniti, potrebbero contare su un gruppo di «responsabili», per trovare i voti mancanti, nei gruppi misti, ma anche fra deputati e senatori dei 5Stelle e del Pd, che non vogliono elezioni anticipate.

Una settimana dopo la visita al Quirinale Berlusconi incontra a Roma Salvini e il grande gelo dell'ultimo mese sembra lontano. Il Capitano continua a giocare su due tavoli, ufficialmente conferma ai grillini il rispetto del contratto di governo e a Fi la fedeltà alla coalizione in vista delle amministrative. Ma è convinto anche lui che il centrodestra debba rimanere unito e che si aprono scenari nuovi, forse dopo le elezioni di maggio. Superati gli attriti con il Cav, Salvini compie un passo importante: il riconoscimento del vicepresidente Antonio Tajani come interlocutore privilegiato in Fi, sgombrando il campo da sospetti sui suoi rapporti con altri azzurri rampanti, come Giovanni Toti. Lunedì lo fa pubblicamente, quando risponde al presidente del Parlamento europeo, che sul Messaggero dice pensando al dopo voto di maggio: «Se cade il governo, si può tornare a una maggioranza di centrodestra». E Salvini: «Abbiamo governato insieme tanti anni, spero che con Tajani torneremo a lavorare insieme per altrettanti anni, gli mando un abbraccio». Non è una frase buttata là, è un segnale preciso, un cambiamento dei toni.

La strategia di Berlusconi, a questo punto, è fare di Fi «la spina nel fianco di questa maggioranza grilloverde», come ha detto a Salvini venerdì. L'alleanza di centrodestra dall'incontro è uscita rafforzata e il Cav enfatizza i contrasti tra Lega e M5S, preparando la mobilitazione di Fi contro la manovra. Oggi a palazzo Grazioli sarà a cena con i coordinatori di Abruzzo e Basilicata (che presto andranno al voto) e Umbria, con tutti gli eletti delle regioni. Una tavolata per ascoltare le voci che vengono «dal basso», dal territorio e organizzare l'offensiva alla legge di bilancio. Nel week end, in tutte le province, i dirigenti locali terranno conferenze stampa su pericoli della manovra e controproposte.

La prossima settimana si apriranno gazebi in tutt'Italia, per informare i cittadini e, in base alla data di approvazione della manovra, si pensa ad una manifestazione nazionale, forse tra sabato 1 dicembre e domenica 2.

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