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Le urgenze: decreti su banche e post sisma. E in primavera una manovra da 4 miliardi

La Stabilità resta una patata bollente. Il nodo della riforma (bocciata) della Pa

Le urgenze:  decreti su banche e post sisma. E in primavera una manovra da 4 miliardi

Roma - L'agenda del governo Gentiloni è fitta di impegni perché il processo legislativo si è sostanzialmente inceppato a causa del referendum. Questo comporta che, nell'arco di una vita che comunque non sarà lunghissima, dovranno essere definitivamente chiuse alcune pratiche lasciate in sospeso.

La prima, in quanto citata dallo stesso premier incaricato, è quella dell'emergenza-terremoto. Entro il 17 dicembre va convertito in legge il decreto in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto, approvato dal Senato e ora all'esame della Camera. La norma, infatti, amplia l'elenco dei Comuni inclusi nel cratere sismico e, soprattutto, snellisce le procedure per l'installazione dei moduli abitativi, per la ricostruzione di case e scuole oltre a individuare nell'Anas la stazione appaltante per gli interventi infrastrutturali.

La seconda emergenza è quella bancaria: se il mercato non darà risposte positive, dovrà essere varato il decreto legge rimasto nel cassetto del ministro Padoan per consentire una garanzia pubblica nell'aumento di capitale Mps e, successivamente, in quelli di altri istituti ove si rendesse necessaria. Il varo potrebbe essere contestuale alla partecipazione di Gentiloni al Consiglio europeo di giovedì prossimo nel quale il primo ministro dovrà tenere duro su due punti cruciali: la legge di Bilancio per la quale l'Italia è stata messa in mora (la procedura di infrazione per extradeficit nel 2017 non è solo un'ipotesi di scuola) e il capitolo immigrazione. A primavera una manovra correttiva da 3-4 miliardi pare quasi scontata: dunque più spending review (sperando che non ci siano nuove tasse) e taglio Irpef probabilmente in naftalina. Questo capitolo si intreccerà con altri due appuntamenti istituzionali molto importanti: la celebrazione del 60esimo anniversario del Tratto di Roma istitutivo della Cee e il G7 di Taormina, appuntamenti che al capo dello Stato, Sergio Mattarella, stanno molto a cuore.

Contestualmente ci sono altre partite politiche da giocare. A primavera è sempre previsto il rinnovo dei consigli di amministrazione di società quotate a maggioranza pubblica come Eni, Enel, Terna, Leonardo-Finmeccanica e Poste. Anche il cda della Rai è in scadenza. Di qui la pressoché certa permanenza di Luca Lotti a Palazzo Chigi per seguire la tornata in contatto diretto con Pontassieve. Ancor prima andranno risolte altre problematiche lasciate in sospeso da Matteo Renzi. Le «grane» più rilevanti riguardano la pubblica amministrazione. La riforma Madia è stata bocciata dalla Consulta e con la delega in scadenza a febbraio e le Regioni sul piede di guerra sarà difficile mettervi mano. I sindacati, invece, premono per gli stanziamenti sui rinnovi contrattuali della pa: la legge di Bilancio copre solo il 2017.

Mancano all'appello 1,7 miliardi di euro.

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