Cronaca locale

Prostituzione, la polizia sequestra un finto centro massaggi thailandese

Il centro massaggi thailandese di via Anfossi altro non era che un locale dedito alla prostituzione. Circa un ventina i clienti abituali: una prestazione sessuale costava circa 60 euro. Arrestata la titolare 44enne

Prostituzione, la polizia sequestra un
finto centro massaggi thailandese

Milano - Sembrava un innoquo centro estetico. Come tanti se ne vedono ultimamente a Milano. Ma dopo una settimana di controlli la Polizia Locale ha scoperto la verità: nella beauty farm si svolgeva un'intensa attività di prostituzione. Immediata la reazione delle forze dell'ordine che hanno sequestrato il centro massaggi thailandese di via Anfossi.

Il giro d'affari La tenutaria, una thailandese regolare di 44 anni, è stata sottoposta a fermo di polizia giudiziaria per induzione e sfruttamento della prostituzione in base alla legge Merlin. Al momento del controllo da parte di 7 agenti del settore Sicurezza, avvenuto nella tarda serata di ieri, sono state trovate 4 donne, tutte thailandesi di età media intorno ai 35 anni: una era intenta a prestazioni sessuali con un avventore italiano. Il centro era frequentato ogni giorno da almeno una ventina di clienti. Il giro di affari stimato era di circa 50 mila euro al mese. Da circa una settimana i vigili stavano tenendo sotto controllo il centro massaggi aperto circa 2 anni fa. E alcuni clienti contattati al'uscita avevano poi confermato l’attività di prostituzione. Le massaggiatrici hanno dichiarato che la tariffa normale della prestazione era di 40 euro. Ma ai clienti habitué veniva proposto un servizio extra di natura sessuale che poteva andare dalle 20 alle 60 euro. Il locale, due vetrine a pianterreno, 4 camere attrezzate per circa 150 metri quadri, era normalmente aperto dalle 7 del mattino alle 23, ma anche oltre.

Difficile controllare "È il quarto finto centro massaggio sequestrato dai vigili - spiega il vice sindaco De Corato - dopo quelli scoperti in via Giordano Bruno, via Lomazzo, via Venini. Dimostrare che però nascondano attività di prostituzione è tutt’altro che facile da appurare. Perché la legge non punisce il meretricio ma il favoreggiamento o lo sfruttamento. Che devono essere dimostrati con il coinvolgimento di una terza persona che trae guadagno. Dunque serve attività di indagine." Con la liberalizzazione del commercio avviata dal decreto Bersani, ha sottolineato De Corato, il Comune non può far nulla per impedire le aperture di centri massaggio come di altri esercizi: essendo equiparati a centri benessere non hanno vincoli, neppure di orario, e sono pertanto difficilmente sanzionabili. "Di fronte alla proliferazione di queste attività - conclude il vice sindaco - c'è il sospetto che gli investimenti non siano sempre puliti. Una vicenda in qualche modo parallela all'anomalo boom di domande di apertura di sale giochi (152 negli ultimi due anni) le cui richieste erano in gran parte avanzate da soggetti o società cinesi e russe.

E che per fortuna il Comune è riuscito a contenere concedendo solo 4 autorizzazioni".

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